Gazzetta di Reggio

La decisione

Il Papa nominerà due donne al Dicastero per i vescovi: è la prima volta

Fausto Gasparroni

	Papa Francesco rafforza la presenza femminile nella chiesa (Foto IPP/zumapress/Evandro Inetti)
Papa Francesco rafforza la presenza femminile nella chiesa (Foto IPP/zumapress/Evandro Inetti)

Il Pontefice ne parla nell'intervista con l'agenzia Reuters, condotta da Phil Pullella, rispondendo a una domanda sulla presenza femminile in Vaticano

06 luglio 2022
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CITTA’ DEL VATICANO. Papa Francesco rivela che sta per nominare due donne al Dicastero per i vescovi, che saranno dunque coinvolte nel processo per eleggere i nuovi pastori diocesani. Ed è un fatto assolutamente senza precedenti. Il Pontefice ne parla nell'intervista con l'agenzia Reuters, condotta da Phil Pullella, rispondendo a una domanda sulla presenza femminile in Vaticano, su quanto stabilito dalla nuova costituzione apostolica 'Praedicate Evangelium' che riforma la Curia romana e su quali dicasteri potranno in futuro essere affidati a un laico o una laica. "Io sono aperto che si dia l'occasione. Adesso il Governatorato ha una vice governatrice... Adesso, nella Congregazione dei Vescovi, nella commissione per eleggere i vescovi, andranno due donne per la prima volta. Un po' si apre in questo modo".

Francesco aggiunge che per il futuro vede possibile la designazione di laici alla guida di dicasteri quali "quello per i laici, la famiglia e la vita, quello per la cultura e l'educazione, o alla Biblioteca, che è quasi un dicastero". Il Papa ricorda che nel 2021, per la prima volta, ha nominato una donna alla posizione numero due del Governatorato vaticano, suor Raffaella Petrini. Inoltre, Francesco ha nominato suor Nathalie Becquart, religiosa francese delle Suore Missionarie Xaviere, sottosegretaria del Sinodo dei vescovi, e suor Alessandra Smerilli, religiosa salesiana, numero due del Dicastero per lo sviluppo umano integrale. Tra le donne laiche che già ricoprono incarichi di alto livello in Vaticano ci sono Francesca Di Giovanni, sottosegretaria per il settore multilaterale della Sezione per i rapporti con gli Stati della segreteria di Stato, Barbara Jatta, la prima direttrice donna dei Musei Vaticani, Natasha Govekar, direttrice della direzione teologico-pastorale del Dicastero per la comunicazione, e Cristiane Murray, vice direttrice della sala stampa della Santa Sede. Entrambe sono state nominate dall'attuale Pontefice. Tra l'altro, il mese scorso, il cardinale Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, ha scherzato sul fatto che, con la promulgazione della nuova costituzione sulla Curia, lui potrebbe essere l'ultimo ecclesiastico a guidare quel dicastero.

E' proprio nella 'Praedicate Evangeliuum', infatti, che trova definitiva collocazione normativa la possibilità di affidare ai laici  – uomini e donne – ruoli di vertice nel governo della Chiesa. Ed è una 'rivoluzione' che attinge a una prospettiva finora del tutto inedita, ma che si innesta nella teologia sul laicato del Concilio Vaticano II. "La potestà di governo nella Chiesa non viene dal sacramento dell'Ordine, ma dalla missione canonica", l'ha sintetizzata padre Gianfranco Ghirlanda, teologo e canonista, ex rettore della Gregoriana, tra i nuovi cardinali designati dal Papa per il concistoro del prossimo 27 agosto. "Qualunque fedele può presiedere un Dicastero o un organismo, attesa la peculiare competenza, potestà di governo e funzione di quest'ultimi", recita la 'Praedicate Evangelium' nei "Principi e criteri per il servizio della Curia romana". Insomma, tutti - e dunque anche fedeli laici e laiche - possono essere nominati in ruoli di governo della Curia. Intanto arrivano dalla Cina reazioni al fatto che Bergoglio, come ha detto sempre alla Reuters, vorrebbe che nel prossimo ottobre venisse rinnovato l'accordo con Pechino per la nomina dei vescovi. Dalla sua firma del 2018 e dalla proroga del 2020, "l'accordo provvisorio tra Cina e Vaticano sulla nomina dei vescovi è stato attuato con successo e con gli sforzi congiunti di entrambe le parti", è il commento del portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian. "Entrambe le parti - aggiunge - continueranno a portare avanti i lavori pertinenti in conformità con l'agenda concordata".