Gazzetta di Reggio

L’analisi

Alluvione in Romagna, l’esperta: «In due giorni la pioggia di mesi, non è più un fatto eccezionale»

di Giuseppe Boi
Alluvione in Romagna, l’esperta: «In due giorni la pioggia di mesi, non è più un fatto eccezionale»

Claudia Adamo di Rai Meteo: «Il clima è cambiato, dobbiamo adattarci. E c’erano tutte le condizioni per un simile disastro»

18 maggio 2023
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Morti, fiumi in piena, chilometri quadrati di territorio allagati. Dopo le tragedie del 2022 nelle Marche e a Ischia, il meteo “impazzito” rimette l’Italia in ginocchio. Quali le cause di questo disastro? «Si è formato un ciclone sul Mediterraneo. Quello a cui è stato dato il nome di Minerva. Si è man mano rafforzato e la sua forza è diventata devastante nella zona dell’alluvione per una serie di concause», è la spiegazione di Claudia Adamo, fisica dell’atmosfera e volto di Rai Meteo.

Cosa è successo in questi giorni?

«Anzitutto delle precipitazioni di intensità eccezionale. Oltre i 100 millimetri con picchi oltre i 200-250. In alcuni punti si è superato i 400. È una quantità di pioggia che si misura in mesi. Purtroppo si è concentrata in appena due giorni e dopo mesi di grande siccità».

Questo cosa ha comportato?

«Il terreno, inaridito dall’assenza di precipitazioni, non era in grado di assorbire una quantità d’acqua di questa portata. Molto semplicemente, non era pronto. Il tutto in una situazione di disequilibrio causata dalle alluvioni di inizio maggio».

Insomma, c’erano tutte le condizioni per un disastro.

«Sì! Piogge eccezionali e concentrate in pochi giorni. La siccità precedente e l’alluvione di qualche giorno fa. I fiumi si sono ingrossati e hanno portato a valle detriti, fango, tronchi d’albero, i rifiuti che l’uomo ha abbandonato negli alvei».

Perché il mare non è riuscito ad assorbire tutta quest’acqua?

«Per un’altra concausa. Sul medio Adriatico soffiava vento di scirocco. Sull’alto Adriatico la bora. Così il livello del mare si è alzato bloccando l’acqua che veniva da valle».

In pratica ha fatto da tappo.

«Il mare non riceveva il flusso dei fiumi carichi per le piogge eccezionali. L’acqua non poteva che esondare: non sapeva dove andare».

Come saranno i prossimi giorni?

«Un miglioramento, ma l’allerta nelle zone alluvionate rimane rossa per il rischio idraulico. La piena dei fiumi deve ancora passare».

Poi da domenica è previsto un nuovo peggioramento.

«Sì, ma non si concentrerà nelle zone colpite da questa alluvione. Ci sarà un miglioramento nell’Appenino tosco-emiliano e tempo variabile e perturbazioni nel resto d’Italia. Si creerà un ciclone sull’Italia centrale con venti intesi e la rotazione della nuvolosità colpirà soprattutto il centro, l’area tirrenica e la Sardegna».

La causa di questa situazione è il cambiamento climatico?

«Senza dubbio. Anzi, dobbiamo prendere coscienza che il clima è già cambiato. Tanti giorni di assenza di pioggia, seguiti da giorni di precipitazioni intense, non sono più un fatto eccezionale. In Italia gli estremi meteo si ripetono e si susseguono di frequente. Dobbiamo adattarci». Come? «Invertendo questa rotta».

È possibile?

«La scienza ci indica come abbassare la temperatura del pianeta. Dobbiamo ridurre le emissioni di gas serra e mettere in atto tutte le misure che possono ridurre il surriscaldamento globale».

Ci vorrà tempo, occorrerà convincere chi nega il cambiamento climatico. E intanto?

«Il nostro Paese deve prepararsi ad affrontare queste situazioni estreme. Occorre aver cura degli argini, fare la manutenzione degli alvei, creare degli invasi per preservare il territorio e conservare l’acqua quando arriva».

È sufficiente questo?

«No, serve che il comportamento delle persone si adatti a questo nuovo contesto».

Ossia?

«Dobbiamo prendere consapevolezza di ciò che sta succedendo e comportarci di conseguenza. Anche rinunciano a qualcosa. Se c’è un’allerta meteo, non ignoriamola e cambiamo i nostri programmi. La ricerca scientifica ci permette di prevedere i pericoli, la Protezione civile è eccellente, ma se i primi a sottovalutare i rischi siamo noi, c’è poco da fare».

Salvo poi lamentarci per le mancate allerte meteo.

«Sono polemiche inutili. I nostri modelli matematici hanno un margine di errore. Studiamo e interpretiamo il meteo, abbiamo grande rispetto per la Natura. Il suo “comportamento” è per sua stessa natura incerto».

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