Gazzetta di Reggio

Esteri

Arriva seconda tranche Pnrr: 21 milioni e Draghi accelera per terza rata

di Michele Esposito
Arriva seconda tranche Pnrr: 21 milioni e Draghi accelera per terza rata

Von der Leyen avverte: «È fondamentale per il prossimo governo onorare gli impegni presi per i finanziamenti»

27 settembre 2022
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BRUXELLES. Ventuno miliardi in arrivo, l'Italia è ancora una volta promossa. La Commissione Ue ha annunciato il sì ufficiale alla richiesta di Roma per la seconda tranche dei fondi del Next Generation, confermando quanto era stato di fatto già anticipato venerdì scorso. E' un sì convinto, quello di Bruxelles, che conferma la piena collaborazione con il governo guidato da Mario Draghi e, allo stesso tempo, getta una luce sui prossimi mesi, che saranno cruciali per avanzare la richiesta della terza tranche. La sfida è in salita anche perché il nuovo governo non dovrebbe entrare in carica prima di novembre e, proprio per questo, Palazzo Chigi ha sottolineato che è già al lavoro sui 55 traguardi e obiettivi da conseguire entro fine anno.

Il Pnrr resta infatti uno degli architravi dell'impegno europeo di ciascun Stato membro, a prescindere dal colore del governo. E Bruxelles non ha mancato di sottolinearlo. «L'Italia sta dimostrando un continuo e importante impulso alle riforme in settori chiave, come il pubblico impiego e gli appalti pubblici. Congratulazioni, Italia, e continua a lavorare bene! La Commissione è al vostro fianco», sono state le parole di Ursula von der Leyen.

«È  fondamentale per il prossimo governo onorare gli impegni rimanenti dell'Pnrr per realizzare il cambiamento strutturale necessario per indirizzare l'economia italiana su un percorso di crescita forte e duratura», ha chiarito il concetto il commissario agli Affari Economici Paolo Gentiloni.

Riforme e tempi da rispettare, insomma. Tra le misure già realizzate ci sono la riforma delle commissioni tributarie, quella degli istituti tecnici e professionali, mentre si sta completando quella volta a garantire la piena capacità gestionale per i servizi idrici integrati, ha ricordato Palazzo Chigi spiegando che, inoltre, sono stati approvati i piani di investimento per la rigenerazione urbana nelle città metropolitane, gli interventi per la bonifica dei siti orfani, l'istituzione del fondo per l'housing universitario, l'istituzione dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale e nuove risorse per la transizione digitale dei Comuni.

Tutti passi per ottenere i 19 miliardi previsti dalla terza tranche. Fratelli d'Italia ha già assicurato di avere piena consapevolezza della difficile sfida ma, allo stesso tempo, non esclude la richiesta di modificare il Piano.

«Guardare alle nuove criticità emerse, le politiche agroalimentari ed energetiche, vuol dire valutare insieme alla Commissione Ue quali possono essere le modifiche per spendere bene le risorse», ha sottolineato Francesco Lollobrigida. Non sarà facile convincere Bruxelles.

L'articolo 21 del regolamento sul Recovery Fund, sulla base di un mutamento oggettivo delle circostanze di partenza, consente dei cambi in corso ma non certo uno stravolgimento del Pnrr. Diverso è il discorso del RePowerEu, sul quale l'Ue chiede ratifiche nazionali rapide e che di fatto è un capitolo aggiuntivo al Next Generation. Ma con un difetto, per l'Italia: il piano prevede il mero esborso di prestiti. Una richiesta di modifica del Pnrr, per il nuovo governo, significherebbe tuttavia anche riaprire il negoziato con l'Ue, con esiti tutt'altro che certi.

Bruxelles continua a guardare con cautela all'arrivo di un esecutivo a guida Fdi ma comincia a sciorinare raccomandazioni. «Tutti i governi, incluso quello italiano, avranno molto più da guadagnare nel lavorare con l'Europa e non contro l'Europa», ha sottolineato il vice presidente Margaritis Schinas tornando sulle parole di von der Leyen prima del voto: «ha detto qualcosa di ovvio, solo che lo ha detto il venerdì prima delle elezioni».

E l'ovvio sono gli strumenti che la Commissione detiene affinché i fondi per la ripresa siano spesi in una maniera esemplare, ha avvertito Schinas. L'Italia guidata da Meloni lo farà? La cautela regna anche tra i falchi. L'esito del voto è «motivo di preoccupazione, non dovremmo essere ingenui, ma dobbiamo darle una possibilità», è la linea del premier olandese Mark Rutte.