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Il piano di Max Mara per le sue quote Unicredit

Il piano di Max Mara per le sue quote Unicredit

L’operazione tra le società del gruppo in Lussemburgo ha l’obiettivo di scindere l’attività commerciale e di holding da quella finanziaria

20 agosto 2012
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Max Mara razionalizza in Lussemburgo, separando le attività commerciali e di holding e da quelle finanziarie.

Come risulta dalla documentazione depositata nel Granducato e consultata da Radiocor, il consiglio d’amministrazione di Max Mara International Sa, presieduto da Ignazio Maramotti, «propone di procedere a una scissione parziale in base alla quale trasferirà, senza dissoluzione, alla International Fashion Trading Sarl (controllata al 54%, ndr) una parte del suo patrimonio».

L'obiettivo è «la razionalizzazione delle attività della società scissa allo scopo di separare all'interno di quest'ultima le attività di holding e quelle commerciali da quelle aventi carattere puramente finanziario».

Tra queste si trovano principalmente le azioni in Unicredit, che verranno quindi trasferite completamente alla International Fashion Trading, cui fa già capo parte della quota.

Complessivamente alla famiglia Maramotti fa capo circa l'1% della banca di piazza Cordusio.

I documenti non forniscono dettagli in proposito, limitandosi ad indicare che alla International Fashion Trading saranno trasferiti asset per un totale di 364,7 milioni di euro in titoli quotati, sulla base dei conti al 31 maggio scorso, oltre a parti in società non quotate per circa 170mila euro.

La Max Mara International, costituita nel 1992, fa capo alla Max Mara Finance srl, che ha sede a Torino. Il capitale della International Fashion Trading è suddiviso tra la Max Mara International e la Max Mara Finance (46%).

La Max Mara International - riferisce sempre Radiocor - ha chiuso il 2011 con una perdita di 49,65 milioni di euro, contro un utile di 79 milioni nel 2010, dopo avere svalutato per 57,7 milioni la partecipazione in Unicredit.

Alla società a fine 2011 facevano capo attività per 553 milioni di euro.

Oltre al controllo della International Fashion Trading (che a fine 2011 aveva mezzi propri per 298 milioni e segnava una perdita di 36,6 milioni, in gran parte dovute proprio alla svalutazione dei titoli Unicredit in suo possesso), la holding segnala tra le immobilizzazioni finanziarie anche il 100% della Streadle Amsterdam Bv, il 56% della rumena Italian Knitwear, oltre al 44% della Max Mara Sas e al 30% della Telmax Fashion (Israele).