Gazzetta di Reggio

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Fatture false e mafia: cinque arresti a Reggio Emilia

Fatture false e mafia: cinque arresti a Reggio Emilia

La polizia ha eseguito in queste ore cinque ordinanze di custodia cautelare sgominando una organizzazione dedita all'emissione di false fatture per operazioni inesistenti. Coinvolti anche due indagati nel processo Aemilia

20 ottobre 2015
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REGGIO EMILIA. La polizia di Reggio Emilia ha eseguito cinque provvedimenti restrittivi nei confronti di appartenenti ad un'associazione a delinquere finalizzata a reati finanziari. l'operazione, denominata 'house of cards', coordinata dalla procura di Reggio, è l'epilogo di un'inchiesta condotta nei confronti di un gruppo di soggetti dediti all'emissione di false fatturazioni per operazioni commerciali inesistenti.

L'importo evaso fin qui accertato 1.883.777,33 euro finalizzate all'evasione delle imposte ed alla conseguente, illecita fruizione di crediti fiscali. coinvolto nel giro di fatture vi era anche un commercialista che, consapevolmente, offriva la propria competenza professionale per garantire un'apparenza di legalità alla società. [[atex:gelocal:gazzetta-di-reggio:reggio:cronaca:1.12299633:Video:https://video.gelocal.it/gazzettadireggio/dossier/operazione-aemilia/reggio-emilia-ndrangheta-e-fatture-false-il-video-dell-operazione-house-of-cards/48175/48272]]

Tra i destinatari dei provvedimenti ci sono un 58enne e un 47enne, entrambi originari di cutro, già indagati e destinatari di misure cautelari in carcere nell'ambito della recente operazione aemilia, condotta dalla direzione distrettuale antimafia di bologna sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in emilia romagna.

GLI ARRESTATI. In manette sono finiti Marco Carretti, 32 anni residente in provincia di Reggio Emilia, agli arresti domiciliari; Salvatore Cappa , 47 anni residente in provincia di Verona, attualmente in carcere, destinatario della misura detentiva degli arresti domiciliari; Giovanni Macario, 31 anni residente in provincia, destinatario della misura dell’obbligo di firma; Giuseppe Nardo, 51 anni residente a Reggio anche lui destinatario della misura dell’obbligo di firma; Eugenio Sergio, 48 anni residente in provincia di Reggio Emilia, agli arresti domiciliari. Una sesta persona, che faceva parte dell'organizzazione è attualmente ricercata dalla polizia.
 

L'INDAGINE. le indagini hanno preso avvio da una denuncia fatta in ragione di un’attività di estorsione ed usura commessa in danno di un giovane da parte di Eugenio Sergio; l’indagato, con modi violenti e minacciosi (emblematica la frase “…se non mi porti i soldi, ti sparo in bocca…”), a fronte di un prestito iniziale di 7.000 euro si faceva rimborsare dopo quattro giorni la somma di 7.700 euro con un tasso di 912% e, successivamente, a fronte di altro prestito di 7.000 euro richiedeva la restituzione, dopo 6 mesi di 16.000 euro con un tasso usurario pari al 298%.


Le indagini, particolarmente complesse e sviluppatesi su plurimi fronti, hanno consentito di individuare una società “cartiera”, la “Full Trade”, utilizzata al solo scopo di emettere, in via continuata e sistematica, fatture relative ad operazioni inesistenti.

In tal modo gli indagati ottenevano una duplice utilità: consentire, da un lato, ad imprese compiacenti di abbassare il proprio imponibile fiscale – in modo da favorirne l’evasione fiscale -  ed assicurarsi, dall’altro, di incassare i rimborsi IVA derivanti dalle operazioni inesistenti. Per dare un’idea del giro di affari illeciti si pensi che, in un anno, gli indagati emettevano operazioni inesistenti per 1.883.777,33 euro, di cui 1.508.759,74 rappresentava l’imponibile ed euro 331.994.56 l’IVA.


La società cartiera era formalmente intestata ad uno dei destinatari della misura, CARRETTI Marco, che si occupava, anche, di prelevare da vari sportelli bancomat, in modo da monetizzarli, i bonifici pervenuti dalle società compiacenti .
 

La società cartiera era diretta, invece, da Giovanni Macario, da Salvatore Cappa  e da un terzo, su cui sono ancora in corso le ricerche che si occupavano, anche, di procacciare le società interessate all’emissione di fatture false.
 

Coinvolto nel giro di fatture vi era anche un commercialista, NARDO Giuseppe, che, consapevolmente, offriva la propria competenza professionale per garantire un’apparenza di legalità alla società cartiera che, infatti, stabiliva, fittiziamente, la propria sede legale presso un immobile di proprietà della famiglia del professionista.