Gazzetta di Reggio

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Ndrangheta: la verità sul delitto Dragone e l’ascesa di Nicolino Grande Aracri

Tiziano Soresina
Ndrangheta: la verità sul delitto Dragone e l’ascesa di Nicolino Grande Aracri

Intercettazioni e rivelazioni di due pentiti: nuovi retroscena sull’agguato. La Dda incastra per l’omicidio il boss e il fratello Ernesto come mandanti

06 gennaio 2016
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REGGIO EMILIA. Nell’ordinanza firmata dal gip catanzarese Domenico Commodoro vi sono nuovi particolari sull’agguato mortale al boss 61enne Antonio Dragone – bidello che nel 1982 giunse a Quattro Castella in soggiorno obbligato – che il 10 maggio 2004 diede una spallata decisiva alla faida fra i clan Grande Aracri e Dragone.

Una nutrita serie di intercettazioni incastrano, come mandanti dell’omicidio i fratelli Nicolino ed Ernesto Grande Aracri. «Sebbene Nicolino Grande Aracri fosse detenuto – scrive il gip – lo stesso operava in maniera sovraordinata rispetto al fratello Ernesto che era in libertà ed ha dovuto sostenere la “guerra”.

La responsabilità di Nicolino Grande Aracri promana direttamente dalle conversazioni ambientali, quando lo stesso Nicolino, nell’incontrare l’allora autista del Dragone (Giovanni Spadafora, ndr) confessa e rivendica l’ideazione e la materiale predisposizione dell’omicidio, addirittura rimarcando come, all’epoca, se tra gli obiettivi dell’agguato vi fosse stato lo stesso Spadafora, lo stesso sicuramente non sarebbe scampato alla micidiale azione».

Poi sono entrate nelle indagini del delitto le parole di due collaboratori di giustizia: Angelo Salvatore Cortese e Francesco Oliverio. E si entra nei dettagli (non tutti però provati, come vedremo) del commando di fuoco.

L’autista Spadafora – nel suo drammatico racconto di quel giorno a Cutro – ricorda di aver innestato la retromarcia della Lancia K che guidava con a bordo Antonio Dragone e Antonio Ciampà (nipote del boss) quando si era reso conto dell’imminente agguato.

L’auto usciva di carreggiata e i tre cercarono di fuggire a piedi: Dragone fu subito colpito ed esortò gli altri due di fuggire ed evitare di essere uccisi pure loro (come in effetti avvenne).

Che di quel commando sanguinario facesse parte Angelo Greco lo dicono sia Cortese (ha ricevuto le confidenze di Vito Martino che per diverso tempo ha abitato a Boretto) che Oliverio (che ha raccolto le confidenze di Spadafora). Nell’ordinanza Greco viene indicato come «l’indiscusso leader del locale di San Mauro Marchesato» facendo riferimento non solo ad atti processuali ma anche alle parole di Nicolino Grande Aracri che, intercettato, parla di lui in quella veste.

«Grande Aracri ha sempre avuto – scrive il gip – un rapporto molto stretto con la cosca di ’ndrangheta operante a San Mauro Marchesato».

Un altro responsabile dell’omicidio è Giovanni Abramo (il genero del boss è stato condannato in primo grado a 28 anni di reclusione).

I due pentiti fanno altri nomi relativamente all’agguato. Cortese, facendo sempre riferimento a quanto raccontatogli da Martino, dice che Abramo con Giuseppe Liperoti fecero lo scappotto, in gergo calabrese significa che dopo il delitto bruciarono la macchina usata dai killer.

Sempre Cortese fa il nome di Felice Onofrio (successivamente freddato) e non solo: «Hanno partecipato all’omicidio – scandisce nell’interrogatorio del 19 febbraio 2008 – Mario Ferraro, Francesco Frontera, Gianluigi Sarcone fatto venire apposta da Reggio Emilia da Grande Aracri e Angelo Greco e i due Oliverio».

Un elenco di nomi snocciolato da un euforico Martino: «Fino all’omicidio non era mai uscito dentro Cutro – spiega Cortese nell’interrogatorio riportato nell’ordinanza – non si è mai visto, appena subito l’omicidio di Dragone lui ricomincia ad uscire con la sua macchina, una Punto della moglie celestina, con il braccio così, e viaggiava avanti e indietro sul corso, libero, per fare vedere diciamo... per dare un segno di dimostrare che... Mi ha detto: “Hai visto come muoiono i malandrini, i boss” perché loro lo temevano a Dragone. Dopo l’omicidio invece sono proprio andati al settimo cielo». Una ricostruzione, fra intercettazioni e interrogatori dei pentiti, ritenuta provata solo in parte dalla Dda di Catanzaro che ora accusa dell’agguato di mafia solo i due Grande Aracri e Greco.

L’intercettazione

N: Grande Aracri Nicolino; G: Spadafora Giovanni; S: Scarpino Salvatore.

N: Ah? Tu sei Spadafora?

G: Esatto!

N: Ma tu sei Spadafora quello di San Giovanni quello che ha... (n.d.r. si accavallano le voci)

G: ... inc... (incomprensibile)

N: ... che ha avuto la sparatoria qua... a coso la... io... io a te non ti conosce... non ti conoscevo io quando... quando c’era... quando la sparatoria di Dragone (n.d.r. Dragone Antonio) c’eri anche tu?

G: e... si

N: Ah! tu sei l’autista allora... inc.. ?

S: ... inc... (n.d.r. ride)

U: All! tu eri l’autista?

G: .. inc....

N: .. ti è andata bene.. inc.. te la sei scampata allora?

G: sono stato in un vallone (n.d.r. voci di donne in sottofondo).

N: e come hai fatto... come hai fatto per venirgli a fare da autista a Dragone?

G: giocavo al pallone... inc... qua. (n.d.r. voci di donne in sottofondo)

N: ora... e ... e in questo guaio mio hanno fatto trovare...inc...

G: quando ho visto chiudere la macchina sono scappato... inc... io con il nipote... io venivo qua che dovevo fare allenamento tutti i giorni che giocato al pallone... inc... (n.d.r. voci di donne in sottofondo coprono parte del dialogo)

S: si... si.

G: ... inc....

N: Oiii frà (n.d.r. inteso Francesco) hai capito chi è che è? L’autista del... l’autista del Dragone (n.d.r. ride) come gli hai fatto da autista? che non glielo voleva fare nessuno l’autista... e tu gli fai l’autista!

U: hanno detto che te ne sei scappato.. poi di qua.

G: Io Nicò...

N: .. a noi non è che ci interessa.... (si accavallano le voci)

G: ... scusate...

N: ... a noi ci interessava lui... (n.d.r. Nicolino fa riferimento all’omicidio di Dragone Antonio cl. ’43 episodio in cui Spadafora Giovanni autista del Dragone è riuscito a sottrarsi all’agguato omicidiario verificatosi in Cutro in data 10/05/2004).

G: ... scusate se... inc.. io... io... (si accavallano le voci)

N: ... all’epoca c’era che se ci interessavi...

G: ... però ti voglio....

N: .... quel giorno finivi male... (voci di donne in sottofondo).

G: ... io Nicò... (voci di donne in sottofondo)

N: ... non scappavi... (voci di donne in sottofondo).

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