Gazzetta di Reggio

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«Chiediamo che sia tutelata per tutti i nostri ragazzi la didattica in presenza»

«Chiediamo che sia tutelata per tutti i nostri ragazzi la didattica in presenza»

La lettera di 228 genitori di studenti del liceo Ariosto Spallanzani Il documento è stato inviato a Vecchi, Bonaccini e i vertici regionali 

17 novembre 2020
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la lettera

Pubblichiamo di seguito una lettera firmata da Cristina Alberini e Francesca Dall’Ovo, in rappresentanza di 228 genitori di 35 classi del liceo Ariosto Spallanzani. Lettera è stata inviata al governatore Stefano Bonaccini, agli assessori regionali Andrea Corsini e Paola Salomini, al sindaco Luca Vecchi, e alla dirigente Rossella Crisafi.

Siamo prima di tutto consapevoli che al Liceo Ariosto Spallanzani la dirigente Rossella Crisafi e il corpo docente abbiano lavorato incessantemente tutta l’estate per garantire il rientro in presenza per tutti: è stato fatto un eccellente lavoro per la ripresa delle lezioni in sicurezza, e il numero dei contagi testimonia quanto il sistema faticosamente costruito nella scuola durante l’estate sia efficace, funzionale e sicuro (dati aggiornati al 2 novembre: 11 casi tra 1.377 studenti e 3 casi nel personale, 151 persone, per una percentuale di 0,8%).

Pare invece che non si siano raggiunti risultati adeguati nell’implementazione della rete dei trasporti, dato il sovraffollamento dei mezzi non ancora risolto. Siamo profondamente dispiaciuti che, da come appare, non si sia fatto tutto il possibile per salvare la scuola in presenza: per ovviare un problema extra-scolastico (affollamento sui trasporti pubblici) si chiude la scuola, che invece ha rimodulato spazi, tempi e risorse in modo da accogliere in sicurezza tutti gli studenti.

Siamo fortemente contrari all’adozione della didattica a distanza come preponderante sostituzione della scuola in presenza. Si va colpire di nuovo un’età complessa e delicata, età in cui il diritto all’istruzione, il diritto alla socialità, alla costruzione di relazioni positive, si esercitano soprattutto a scuola, dal vivo. Si rischia di minare fortemente la serenità dei giovani. Hanno rispettato regole pesanti e nonostante questo viene ora vietata loro la più semplice, rassicurante, costruttiva quotidianità. Oltre alle difficoltà relazionali date dall’isolamento, fare scuola a distanza non aiuta certo l’equilibrio psicologico necessario per costruire conoscenze. Lasciare a casa gli studenti inoltre innesca problematiche inerenti la conciliazione delle dimensioni di cura e lavoro da parte di chi esercita la responsabilità genitoriale: diventa problema pesante stabilire chi vigila su di loro (in gran parte minorenni) se i genitori sono fuori per esigenze lavorative e se non hanno possibilità di lavorare da casa: aumenta per i ragazzi la condizione di fragilità e isolamento.

Si chiede che questo tempo venga speso per adeguare la rete dei trasporti (sottodimensionati rispetto alle esigenze dell’utenza), per cercare soluzioni alternative agli stessi, magari coinvolgendo la parte genitoriale disponibile al car pooling, dedicando una parte del servizio di bike sharing agli studenti, con tutte le azioni ritenute idonee e percorribili dagli organi competenti…

Si chiede che vengano considerate le differenze regionali, ma anche provinciali: dopo i monitoraggi le misure potrebbero essere proporzionate in base alla gravità delle situazioni sondate. Al Dpcm si deve obbedire, inizialmente è stato imposto a tutte le regioni il 75% di Dad, ma auspichiamo che dopo questo primo periodo, in caso di prolungamento delle misure restrittive, si possa invece operare con una maggiore flessibilità e autonomia, tenendo conto delle varie differenze. Si chiede che venga tutelata la didattica in presenza in tutti gli ordini scolastici, come situazione privilegiata in cui i ragazzi possono costruire i loro interessi, formare la loro personalità, coltivare relazioni, essere guidati nel percorso formativo, cooperare e collaborare per la crescita degli apprendimenti. —

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