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L’obiettivo è riaprire a settembre il pronto soccorso del Magati

Adriano Arati

	L’ospedale Magati di Scandiano è punto di riferimento per la zona ceramica
L’ospedale Magati di Scandiano è punto di riferimento per la zona ceramica

Le elezioni fanno spingere sull’acceleratore. Incognita personale

07 agosto 2022
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Scandiano Uno sforzo per accelerare l’apertura del pronto soccorso dell’ospedale Magati di Scandiano, in tempo utile per le prossime elezioni politiche del 25 settembre. Sarebbe quello che in questo momento coinvolge sia il versante sanitario sia quello amministrativo reggiano e regionale, un impegno che permetterebbe alle attuali amministrazioni di centro-sinistra di presentare la ripresa delle attività di primo intervento come uno degli obiettivi raggiunti in questi anni segnati dalla pandemia. E dalle enormi sofferenze emerse nel sistema sanitario nazionale, alle prese con una carenza di personale specializzato figlio di decenni di programmazione errata.

Il pronto soccorso dell’ospedale scandianese è chiuso dal marzo, dalla riorganizzazione forzata della rete ospedaliera provinciale all’avvio dell’emergenza Covid. Il Magati diventa “ospedale Covid”, la presenza di altre strutture a Reggio, Baggiovara e Sassuolo garantisce comunque una copertura a un distretto molto popoloso. Nel 2021, con un finanziamento superiore al milione di euro, sono stati effettuati dei lavori di ristrutturazione degli spazi del reparto e da allora si attende la riapertura ufficiale, più volte annunciata e poi slittata, almeno per dodici ore diurne, dalle 8 alle 20, in attesa di tornare al regime completo. Il nodo principale è quella dell’assenza di medici, sia di sanitari specializzati sia in generale di professionisti disposti a scegliere la medicina d’emergenza con i suoi orari infiniti, lo stress elevatissimo e il rischio sempre più alto di aggressioni e contrasti con persone vicine ai pazienti. Un discorso applicabile anche ad infermieri e altro personale.

I vari bandi e le chiamate in questo senso sino ad ora non hanno riscosso successo, così come le trattative – ancora aperte – con cooperative di servizio che possano fornire medici per coprire i turni. Ora, lo sforzo sia dei vertici amministrativi e sanitari emiliano-romagnoli è quello di cercare di aumentare la velocità dell’operazione, vista la coincidenza con le elezioni seguite alla caduta del governo. Un’operazione che potrebbe riguardare Scandiano – sicuramente uno dei punti caldi – ma anche altre strutture ospedaliere. Da un punto di vista politico, il centro-sinistra che guida buona parte del territorio potrebbe ribadire il proprio modello di buon governo. Nel concreto, come hanno fatto notare diversi cittadini, il risultato sarebbe comunque quello di riottenere la ripresa di un servizio particolarmente sentito dalla popolazione, in un distretto di oltre 80mila persone segnato da traffico costante e da tantissime realtà produttive. A oggi, di date ufficiali non ve ne sono più, da un lato si guarda ad una riapertura vera e propria in tempo utile, o quanto meno a fissare una data da ufficializzare a breve e da mantenere poi a ogni costo.

Lo scoglio rimane quello consueto: il numero minimo di medici da dedicare al reparto. Il nuovo bando di reclutamento è stato da pochi giorni pubblicato.

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