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«L’occupazione è cresciuta ma l’autunno sarà difficile»

«L’occupazione è cresciuta ma l’autunno sarà difficile»

Analisi Lapam. Il numero di cedolini a giugno ha superato quello degli anni passati, in calo l’utilizzo di ammortizzatori

11 agosto 2022
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Reggio Emilia A Reggio Emilia e Modena nei primi sei mesi del 2022 l’occupazione ha tenuto, anzi è addirittura cresciuta rispetto ai livelli pre-pandemici del 2019. «Le tensioni, internazionali e interne, sono forti, ma per ora le piccole imprese stanno assorbendo i problemi e mantengono i livelli di occupazione. Non sappiamo però per quanto sarà possibile farlo. Le imprese hanno l’estrema necessità di essere accompagnate da scelte politiche adeguate, perché l’autunno che ci aspetta promette di essere davvero difficilissimo». Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato, mette in evidenza le luci e le conseguenti ombre che emergono dalla consueta indagine dell’Ufficio Studi Lapam sull’occupazione in un campione stabile di 2.531 imprese associate reggiane e modenesi. Inoltre i dati sui primi 6 mesi del 2022 sono stati desunti anche da un secondo campione leggermente maggiore, di 3.101 unità imprenditoriali.

Nel primo semestre 2022 il numero di cedolini risulta superiore agli altri anni passati, arrivando a toccare quota 28.004 a giugno. La dinamica mensile del numero di lavoratori evidenzia come il primo semestre 2022 non solo superi ampiamente il numero di cedolini emessi negli stessi mesi dell’anno scorso, ma si posizioni anche al di sopra dei livelli pre Covid.Nello stesso periodo cresce anche il numero di lavoratori a tempo indeterminato, che rappresentano l’80,7% del totale occupati del campione, registrando un +4,1% rispetto ai primi sei mesi del 2021. Aumenta tuttavia in maniera molto più decisa il numero di lavoratori a tempo determinato (il 19,3% del campione), che segna un +28,6% sul primo semestre dell’anno scorso. La componente maschile (che costituisce il 59,9% degli occupati del campione) vede nei primi sei mesi del 2022 un incremento del 7,9% mentre la componente femminile (il 40,1% del campione considerato) cresce di un più marcato 9,3%. Crescono gli impiegati (+7%) - che rappresentano un terzo del campione in oggetto (il 34,2%) - e gli operai (+8,7%), che coprono oltre la metà dei lavoratori del campione (59,5%), mentre un residuale 5,8% di apprendisti è in aumento dell’8,8%. Cresce poi il numero di lavoratori con laurea (+14% rispetto a un anno fa) e diploma (+10,2%), mentre registrano incrementi più contenuti i lavoratori con licenza elementare (+4,8%) e licenza media (+4,3%).

L’anno 2022 parte a gennaio con un numero di ore lavorate inferiore rispetto ai valori sia del 2020 che del 2019 (ma lievemente superiore a quelli di gennaio 2021), già a febbraio tuttavia si supera il numero di ore lavorate degli ultimi tre anni, mantenendo da quel momento in poi un livello superiore ai periodi precedenti. Complessivamente i primi sei mesi del 2022 superano dell’8% le ore lavorate nel primo semestre dell’anno scorso, mentre segnano un rimbalzo del 32% rispetto al 2020 e un incremento del 7,7% sui primi sei mesi del 2019.Venendo all’analisi degli otto settori di attività maggiormente rappresentati nel campione (con oltre 100 imprese), tutti vedono nel primo semestre 2022 un incremento di ore lavorate rispetto allo stesso periodo del 2021. In particolare Lapam sottolinea come il settore dell’alloggio e ristorazione registri un notevole rimbalzo rispetto all’anno precedente con un balzo del 79,1% (durante i primi mesi dell’anno scorso erano ancora in vigore le restrizioni dovute alla pandemia), mentre le altre attività dei servizi e il trasporto e magazzinaggio vedono un aumento delle ore lavorate più intenso della media, con un segno più rispettivamente del 15,2% e del 10,1%. Il comparto che incide maggiormente sul monte ore lavorate è quello manifatturiero che registra un +7% rispetto al gennaio-giugno 2021. Infine le costruzioni registrano la crescita più bassa (+0,6%), perché rapportata al primo semestre 2021 in cui vi era già un’intensa attività del settore.Infine è in netto calo l’utilizzo di ammortizzatori (allo 0,3% delle ore lavorate, ci si avvicina allo 0,1% del 2019, dopo che nel primo semestre 2020 si era arrivati all’11,1), e anche lo Smart working, che nel primo semestre 2022 incide per l’1% del totale ore lavorate.