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Cura inefficace per il Covid, medico finisce davanti al giudice

Daniele Oppo
Cura inefficace per il Covid, medico finisce davanti al giudice

Morte di un no-vax, Alberto Dallari di Reggio Emilia a processo a Ferrara per omissione di soccorso

29 marzo 2024
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Reggio Emilia Andrà a giudizio il prossimo 27 maggio, il medico reggiano Alberto Dallari, 68 anni, accusato dalla Procura di Ferrara di omissione di soccorso per la morte di Mauro Gallerani, 68enne di Corporeno colpito dal Covid-19 nell’agosto del 2021 e deceduto il 7 ottobre dello stesso anno dopo un mese di ricovero ospedaliero. Secondo la Procura, Dallari prescrisse una terapia farmacologica a base di farmaci per lo più inefficaci, non raccomandati o controindicati dal ministero della Salute, dall’Aifa e dalla letteratura internazionale per il trattamento del Covid-19. Il medico aveva preso in cura Gallerani (che era un convinto no-vax) dal 25 agosto del 2021, con un programma di telemedicina. Lo seguiva a distanza, ricevendo aggiornamenti due volte al giorno circa la temperatura corporea, la saturazione dell’ossigeno nel sangue e la frequenza cardiaca, tramite messaggio. Solo tramite messaggio, perché tra le condotte contestate vi è anche quella di aver intimato a Gallerani di non effettuargli chiamate, dopo un tentativo di contatto telefonico da parte del paziente avvenuto il 28 agosto, né mandargli messaggi vocali, dopo averne ricevuto uno il 29 agosto, e rispondendo solo alcuni giorni dopo (il 31 agosto e il 1º settembre) quando ormai il 68enne versava in condizioni molto gravi, ma sempre e solo via sms.

I farmaci prescritti a Gallerani sono un capitolo importante dell’accusa. Vi erano infatti la Colchicina e l’Ivermectina. Il primo è un vecchio farmaco con effetto anti-infiammatorio usato per la cura di malattie autoimmuni e per la gotta ritenuto potenzialmente efficace sulle infiammazioni causate dal Covid-19, cosa poi smentita definitivamente da diverse ricerche e analisi. Il secondo un farmaco antiparassitario, con uno prevalente in ambito veterinario: anche questo si è dimostrato inefficace. Entrambi i farmaci facevano parte di un protocollo di cura “alternativo” che veniva propagandato da un’associazione di medici non coinvolta in questo caso ma della quale Dallari era membro volontario ed erano molto in voga e molto propagandati come efficaci tra chi diffidava della scienza “ufficiale” e dei relativi protocolli di trattamento del Covid-19, vaccini compresi.

L’omissione di soccorso si sarebbe realizzata inoltre quando, di fronte al progressivo peggioramento delle condizioni di salute di Gallerani (che riportava una progressiva e grave desaturazione e brachicardia, che si aggiungevano a una preesistente sindrome delle apnee ostruttive del sonno, in un paziente obeso e con importanti patologie cardiache e respiratorie), Dallari non si sarebbe attivato tempestivamente per assicurargli una adeguata assistenza, avvertendo l’autorità sanitaria o ordinandone il ricovero ospedaliero. Gallerani in ospedale ci andò il 3 settembre, ma era ormai tardissimo. 

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