Gazzetta di Reggio

LIRICA

Elena Rossi è Tosca all’Arena di Verona

Giulia Bassi
Elena Rossi è Tosca all’Arena di Verona

La cantante castellese interpreta Tosca: «È un’emozione straordinaria»

07 agosto 2015
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REGGIO EMILIA. All’Arena di Verona, soltanto quale anno fa, interpretava la sacerdotessa di Aida, ora ci è tornata per vestire i panni di una delle eroine più amate de melodramma, qual è Floria Tosca. Elena Rossi, reggiana, soprano lirico dalla voce pastosa e ben timbrata, si è ritrovata così in quel magnifico spazio in un ruolo da prima donna.

Dotata di una notevole bellezza fisica e di portamento, con l’interpretazione di questo personaggio, ha dimostrato anche di possedere un forte carisma, doti che il pubblico dell’Arena le ha riconosciuto, tributandole alla fine della recita un lungo applauso. «È immensa la mia felicità per l’esito dello spettacolo; alla fine posso dire che la grande soddisfazione ha superato la stanchezza che pur è tanta, avendo dovuto combattere anche il terribile caldo», ci spiega la cantante, mentre torna da Verona nella sua Quattro Castella.

L’altra sera era la sua seconda recita, dopo il debutto del 14 luglio; ne affronterà una terza il 14 agosto, mentre le altre tre date della produzione sono affidate al soprano Hui He.

«Con l’assistente del regista Hugo De Ana abbiamo affrontato un mese di prove continue e impegnative: del resto lo spazio vasto dell’Arena richiede un tempo maggiore per acquisire i movimenti scenici, fatto che mi ha dato la possibilità di approfondire maggiormente il personaggio. A mio avviso Floria Tosca incarna e riassume la concezione pucciniana della donna. La musica che il compositore ha creato per lei, trabocca di indicazioni espressive e così appare in ogni momento una figura viva e appassionata nella sua complessa femminilità. All’inizio si presenta come una donna innamorata e gelosa, poi di fronte a Scarpia viene fuori anche la sua drammatica tempra d’artista fino a sciogliersi nella stupenda aria “Vissi d’arte”, così ricca di pathos».

Per questo ruolo di eroina tragica, che ha debuttato l’anno scorso al Festival di Taormina, la Rossi ha avvertito subito una speciale affinità. Tra l’altro, con essa aggiunge un altro personaggio importante, dopo aver affrontato in tempi recentissimi Desdemona a San Paolo e Norma a Macao. «La rifarò quest’inverno al Regio di Torino, prima di interpretare altri due notevoli personaggi: Adriana Lecouvreur al Massimo di Palermo e Fedora al San Carlo di Napoli: certo che sono anni davvero molto intensi e cruciali per la mia carriera».

Tornando allo spettacolo, è stata una serata magica, poiché ha fatto registrare il rientro a tempo di record del direttore d’orchestra Julian Kovatchev, che durante le prove ha avuto un grave problema cardiaco.

«L’Arena di Verona è uno spazio che non ha eguali, perché tutto è immenso, tanto è vero che per un attimo, quando si entra in palcoscenico, sono rimasta senza fiato – ci ha confessato Elena – Alla fine, all’uscita artisti, si è formata una lunga fila di persone per aver l’autografo. Anche per questo motivo, a causa dell’emozione, l’altra notte non ho dormito. In ogni caso, ho lasciato molto presto Verona per poter ritornare a casa e riabbracciare mia figlia Matilde di 7 anni. Nei giorni di prove l’ho portata con me. Ha seguito attentissima, incantata dai costumi e dalle scene. Mi ha stupita! Le ho regalato la corona di Tosca, che in questi giorni è diventata il suo principale giocattolo».