Gazzetta di Reggio

I canti popolari invadono l'università con la rassegna "Città del Tricolore"

Miriam Figliuolo
I canti popolari invadono l'università con la rassegna "Città del Tricolore"

Reggio Emilia, l'appuntamento è sabato 20 ottobre alle 21. Protagonisti il nostrano Coro Monte Cusna, il  Cai Uget di Torino e  il coro femminile Plinius di Bottrighe (Rovigo)

20 ottobre 2018
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REGGIO EMILIA. Tre cori di calibro, di cui uno tutto al femminile, il contributo di giovani leve del canto, una sede prestigiosa e il canto popolare ricco di valori e storia, sono gli ingredienti della prossima rassegna Città del Tricolore, che si svolgerà stasera, sabato 20 ottobre, alle 21, nell’aula magna dell’Unimore in viale Allegri – con il patrocinio della stessa università, del Comune e della Provincia di Reggio Emilia. Protagonisti saranno il nostrano e longevo Coro Monte Cusna (55 anni di attività), lo storico coro Cai Uget di Torino, il più antico nel genere del canto popolare, e il coro femminile Plinius di Bottrighe (Rovigo).
 
Due le novità intriganti dell’edizione di quest’anno. La prima riguarda lo stesso Coro Monte Cusna, che organizza la rassegna arrivata quest’anno alla sua settima edizione, o meglio il gruppo “Allievi del Coro”, una decina di giovani (e meno giovani) che, con l’aiuto di alcuni coristi “titolari”, presentano i frutti dei loro primi approcci al canto corale.
 
All’inizio di quest’anno 2018 il coro Monte Cusna ha fatto una ricerca più accurata di nuove voci, utilizzando il semplice e diretto strumento del passa parola, da amico ad amico, ma anche sui social network. Sono arrivati così, quasi inaspettatamente, una ventina di nuovi aspiranti coristi, voci animate da tanta curiosità e, in alcuni casi, vera passione. Per cui, tra febbraio e giugno di quest’anno, e poi ancora in settembre e ottobre, questi ardimentosi sono stati messi alla prova con un progetto di apprendimento serio e serrato, tanto che il 30 giugno scorso, nel concerto che il Coro ha offerto a Marola per contribuire alla bonifica dei castagneti, gli allievi più pronti, una decina, sono stati subito gettati nella mischia della loro prima esibizione pubblica. E ci riprovano in questa rassegna, in apertura di serata.
 
La seconda novità riguarda la partecipazione di un coro femminile. E questo è certamente un fatto raro: la storia, infatti, di questo genere di coralità è legata soprattutto a cori maschili. Ma le voci femminili ci aiutano a ricordare che, nelle generazioni passate, il canto popolare era cantato soprattutto dalle donne. Del resto, nelle famiglie come nelle aie, alle fontane del borgo come nelle feste di paese, erano loro che esprimevano col canto le condizioni di vita e i valori condivisi.
Poi, certamente, c’erano ambiti in cui il canto era solo maschile: le osterie, i cantieri, le caserme… Ma era dalle voci delle nonne e delle mamme che i piccoli imparavano a loro volta a cantare le comuni tradizioni e il senso di appartenenza alla famiglia e alla comunità. 
 
Voci nuove e voci femminili, dunque. Alle quali si aggiungono, in questa rassegna, quelle di due cori di lungo corso, il nostro “Monte Cusna” e il “Cai Uget” di Torino, rispettivamente 55 e 71 anni di canto corale. Come a dire che quel passato non è così lontano, ma giunge a noi lungo una ininterrotta tradizione. E che ora, con queste novità e questa freschezza, può valicare il presente e diventare futuro. —