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Codemondo Via Antica resta chiusa «Nessun danno grave e irreparabile»

Serena Arbizzi
Codemondo Via Antica resta chiusa «Nessun danno grave e irreparabile»

Il Tar respinge la sospensiva dopo il ricorso presentato da quattro aziende

25 novembre 2022
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Reggio Emilia Via Antica rimarrà chiusa: lo stabilisce il Tar che, nel tardo pomeriggio di ieri, si è pronunciato sul ricorso presentato dalle quattro imprese di Codemondo più direttamente danneggiate dal provvedimento del Comune.

Un provvedimento, lamentano da tempo i cittadini, «che ha tagliato in due la frazione e, nel caso delle attività economiche, ha provocato danni. Succede, infatti, che un agricoltore, ad esempio, per coltivare un pezzo di terra di sua proprietà, debba percorrere un giro più lungo per raggiungere il campo vicino».

La protesta dei residenti di Codemondo è arrivata alle vie legali dopo la chiusura del passaggio a livello e la soppressione della fermata della linea Reggio-Ciano. Una decisione resa concreta «in modo improvviso, così come abbiamo dovuto attendere giorni per vedere i cartelli che annunciavano i lavori in via Antica», aggiungono i residenti.

Ieri la nuova stoccata con l’ordinanza del Tar che, sostanzialmente, decide di non decidere.

Il tribunale amministrativo, infatti, rimanda alla “più idonea sede di merito” la decisione. In altre parole, la sospensiva è stata respinta anche se con una formula dubitativa.

«Il Tar riferisce di non scendere nel merito e di volersi limitare alla considerazione del “pregiudizio del danno grave e irreparabile” su cui avrebbe dovuto fondarsi la sospensione – afferma l’avvocato Stefano Vaccari, che tutela insieme al collega Matteo Fortelli le imprese danneggiate –. In particolare, il danno grave e irreparabile al momento non si presenterebbe, perché il passaggio a livello è già stato chiuso. Inoltre, “l’interesse pubblico alla sicurezza del traffico ferroviario e della viabilità e alla loro maggiore efficienza risulta, nella fase, prevalente rispetto al pregiudizio lamentato da parte privata, di natura meramente economica e, dunque, risarcibile in caso di futuro ed eventuale accoglimento del ricorso”, si legge nell’ordinanza».

Le alternative sono due, ora, per i cittadini: o ricorrere ulteriormente al Consiglio di Stato, o continuare il dialogo con il Comune sperando nella marcia indietro.l