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L’intervista

Fioretta Mari: «Ad “Amici” ho cercato di dare molti esempi, senza farmi condizionare»

Serena Arbizzi
Fioretta Mari: «Ad “Amici” ho cercato di dare molti esempi, senza farmi condizionare»

L’insegnate di recitazione a Reggio Emilia per una masterclass da Isabelle Adriani: «Il talento lo capisci dalle stelline negli occhi: le “mie” Miss Italia lavorano tutte»

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Reggio Emilia «Vedo il talento dalle stelline negli occhi. Quella cosa che... o ce l ’hai o non ce l’hai. L’immenso Lee Strasberg si metteva sull’attenti di fronte al talento: quel fiumiciattolo che prima o poi incontra l’oceano». Fioretta Mari scolpisce parole con la sua voce inconfondibile che il pubblico ha imparato ad amare a teatro e in tv ,da molto prima di Amici, il programma dove la leggendaria coach ha raggiunto una popolarità incontenibile. L’attrice e talent scout, figlia d’arte di dodicesima generazione, sarà a Reggio Emilia dove, da martedì a giovedì, terrà una masterclass esclusiva, nella splendida cornice di Palazzo Palazzi Trivelli, alla Isabelle Adriani Academy. di cui la stessa Adriani è fondatrice e direttrice.


Fioretta Mari, lei con l’Emilia ha un legame particolare...

«Nel 1978 ho fatto una trasmissione tv sula Rai, intitolata “Secondo voi”, dove “nacquero”, tra gli altri, Beppe Grillo e Tullio Solenghi. Io facevo Isotta - dice sfoggiando l’accento emiliano, ndr - Isotta, la diva che per i divi prendeva la cotta. E sono diventata famosa per l’Isotta emiliana, io che sono fiorentina. Adoro l’Emilia Romagna, è una terra benedetta da Dio. Gli emiliani sanno vivere e infondono gioia di vivere».

Lei è stata protagonista di numerose trasmissioni televisive e di diversi spettacoli teatrali. Poi è arrivato “Saranno famosi”.

«Sì, fatto teatro con “L’anatra all’arancia”, ad esempio, con Lionello, poi in tv è arrivato “Luna park”, dove ospitammo anche Tina Turner. Ero protagonista del sabato sera e poi facevo teatro con Albertazzi quando nel 2000 mi ha chiamata Maria De Filippi. Mi ha chiesto: “Tenti un’avventura con me per tre puntate?”. Ero la prima donna nello spettacolo di Albertazzi, Maria perseverò: “Ho bisogno di una come te, che diriga la scuola, la recitazione”, mi disse. E io ho accettato così, al buio. Il primo giorno di riunione di Amici, che si chiamava “Saranno famosi”, si è svolto l’11 settembre del 2001. E quella trasmissione che doveva durare tre puntate è lì da 24 anni. Poi Maria disse che gli attori non avevano fortuna e tolse la recitazione: io lasciai dopo undici anni».

Il suo amore per la recitazione viene trasmesso anche attraverso l’insegnamento, come succederà alla Academy di Isabelle Adriani a Reggio Emilia.

«Considero Isabelle Adriani come una figlia. Tra noi c’è un amore così grande e raro nel mondo dello spettacolo. le donne che si incontrano e si stimano sono il segreto di un grande successo, mentre non esiste peggior nemica di una donna che ti odia. Non vedo l’ora di essere a Reggio Emilia. I partecipanti alla masterclass potranno assaporare... la verità, perché sono le sovrastrutture a rovinare gli allievi che vanno a scuola».

Qual è la sua interpretazione del concetto di recitare?

«La parola recitare viene dal latino e significa ripetere. Citare di nuovo quello che noi sentiamo nella vita di tutti i giorni. Il segreto, quando si cerca di interpretare, è osservare gli essere umani e captare quello che ti possono dare di più. Basta guardare gli altri, non dico imitarli, ma prenderne spunto: così si arriva a creare la parte. Poi le voci: il segreto di usare bene la voce è impagabile. La voce ha le impronte digitali. Molta gente parla in maniera antipatica, con il naso e caratterizza il personaggio. Uno può fare la voce che vuole, tramite i segreti che insegno, i segreti della mia famiglia: la commedia dell’arte, che fa sì che gli italiani abbiano una marcia in più».

Qual è il suo approccio verso i giovani?

«Io amo molto i ragazzi, oggi sono confusi e non hanno più bisogno di parole. A loro servono esempi. In tutti questi anni di “Amici”, ho cercato di dare molti esempi, senza farmi condizionare. Come quando, per otto anni ho fatto Miss Italia. Le “mie” Miss lavorano tutte: io vado al di là, vedo l’artista. Molti, in quegli anni, hanno cercato di comprarmi, ma il talento lo capisci dalle stelline negli occhi».

Quando vede quelle stelline come cerca di incanalare quel talento?

«Nessuno è in grado di insegnare. Io posso solo aiutarli a pensare, il segreto è, come diceva l’oracolo di Delfi, capisci chi sei. Non cercare di essere troppo o troppo poco. La cosa più importante è la passione, per fare questo mestiere serve la passione vera, le cose all’acqua di rose non servono a nulla. Credere in se stessi. Ama chi sei, cerca di capire chi sei, così lo capiranno anche gli altri. Ho cercato di trasmetterlo a tante professioniste di successo: tra loro, Giusy Buscemi, Alessandra Amoroso, Serena Autieri, Francesca Chillemi...».  

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