Gazzetta di Reggio

Violenza

Carpi, entra in chiesa con il coltello: sfregia l’opera e ferisce l’artista

Gabriele Canovi
Carpi, entra in chiesa con il coltello: sfregia l’opera e ferisce l’artista

Un uomo mascherato si è scagliato contro il quadro accusato di blasfemia. Dopo aver aggredito Saltini è fuggito nelle strade del centro di Carpi

29 marzo 2024
4 MINUTI DI LETTURA





È entrato nella chiesa di Sant’Ignazio a Carpi armato, nascondendo il coltello in una borsa e puntando dritto verso il quadro, dal titolo “Inri-San Longino”, che da un mese è al centro delle polemiche. Il suo obiettivo era vandalizzarlo e così ha fatto, non solo con il coltello ma anche con una bomboletta spray. Tuttavia non si è fermato qui e, dopo aver gettato a terra il coltello, ha aggredito l’artista che ha realizzato l’opera, il carpigiano Andrea Saltini che si trovava in chiesa, ferendolo al collo. Il 49enne è stato trasportato in ambulanza al pronto soccorso, da cui è stato dimesso dopo qualche ora con quindici giorni di prognosi; mentre di quell’aggressore ancora non vi è traccia.

Un episodio di una gravità inaudita che arriva dopo settimane di tensioni e odio – tra raccolte firme dei contrari, rosari, sit-in di protesta e denunce in Procura – verso la mostra intitolata “Gratia Plena” e giudicata «blasfema» dal mondo integralista ultracattolico.

Il giovedì è giorno di apertura per la mostra e giovedì, peraltro, era l’ultima occasione per visitarla prima della chiusura per le festività pasquali. Una mattina come tante. Una tranquillità che, però, svanisce subito: poco dopo l’apertura della mostra al pubblico, intorno alle 10, nascosto tra gli altri visitatori presenti, entra un uomo. Indossa una mascherina chirurgica, un giaccone verde scuro, guanti bianchi e una parrucca nera. Con sé ha anche una borsa. Varca il portone della chiesa di Sant’Ignazio (dove ha sede il Museo Diocesano) e, come tutti gli altri visitatori, si ferma all’ingresso per firmare sul foglio delle presenze. Prende la penna dal banco della reception e sigla sul quaderno. Poi si dirige verso le opere allestite. O meglio, disinteressandosi delle altre, raggiunge direttamente quella intitolata “Inri–San Longino”, in cui è ritratto un uomo (Longino, appunto) chinato su Gesù.

A quel punto, i presenti raccontano di aver avvertito uno strano rumore: un suono riconducibile a una bomboletta spray. Subito tutti capiscono. Vedono quell’uomo con parrucca e mascherina agitare la bomboletta e imbrattare il quadro. Poi, nei secondi successivi, notano che dalla borsa tira fuori anche un coltello. Con quella stessa arma taglia la tela, andando a creare un solco proprio nel punto in cui è raffigurato il capo di San Longino chino sul corpo di Gesù. Nel fuggi fuggi generale, l’artista Saltini interviene per provare a fermarlo: l’uomo lo aggredisce, ferendolo all’altezza del collo. Non con il coltello, che aveva gettato a terra subito dopo aver danneggiato l’opera, ma a mano libera durante la colluttazione: questa la ricostruzione della polizia di Stato dopo che, in un primo momento, si era pensato proprio ad un accoltellamento.

Davanti alla chiesa, lungo corso Fanti, arriva immediatamente il personale sanitario che medica sul posto Saltini prima di trasportarlo in ambulanza al pronto soccorso. Rimarrà lì per alcune ore per poi venire dimesso con quattro punti di sutura perché, fortunatamente, le lesioni non vengono ritenute di grave entità. Lasciato l’ospedale Ramazzini, insieme agli agenti di polizia l’artista raggiunge il Commissariato di Carpi per fornire la sua versione dei fatti.

Subito dopo l’aggressione, l’uomo, ancora con il volto travisato, scappa a piedi in direzione via Giuseppe Rocca: questo quanto testimoniato da esercenti e passanti, che l’hanno anche descritto come «un giovane molto alto, quasi due metri, e magro». Percorre di corsa via Rocca fino all’incrocio con via Guaitoli, svolta a destra e arriva sotto il portico di via Costa. È lì, a due passi dai portoni delle abitazioni, che l’uomo ha abbandonato alcuni degli indumenti che indossava: guanti, giaccone, parrucca e mascherina. Li ha disseminati nel giro di una ventina di metri. Il guanto al civico 36 la giacca al 26, la parrucca al numero 16 e la mascherina all’8.

A ritrovarli gli agenti della polizia di Stato che hanno passato al setacciato tutto il centro cittadino senza, però, individuare il ricercato.

Quelle prove raccolte, insieme alle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza pubblica sulla strada ma anche in chiesa, sono gli elementi chiave per le indagini e quindi per risalire all’identità del colpevole: tutti i reperti sono stati prelevati dalla Scientifica. Insieme a loro, sono intervenuti anche i carabinieri della Compagnia di Carpi e gli agenti della Digos. La caccia all’uomo è ancora aperta.