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L’intervista

Il patron della Reggiana: «Tifosi, calma e gesso. Credo nella salvezza»

Wainer Magnani

	Romano Amadei con il direttore generale Vittorio Cattani
Romano Amadei con il direttore generale Vittorio Cattani

Romano Amadei invita a non deprimersi: «Guardo la classifica e i numeri e sono fiducioso»

15 aprile 2024
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Reggio Emilia È in queste situazioni critiche che la saggezza e l’umanità del patron Romano Amadei prendono il sopravvento e hanno un peso rilevante nella visione del presente e del futuro. «Io sono un ragioniere – rimarca Amadei – quindi guardo in faccia la realtà dei numeri: siamo a 40 punti e per arrivare alla salvezza, evitando i famigerati playout, ci mancano tre punti che possiamo conquistare con una vittoria o tre pareggi nelle ultime cinque partite. Non dico che sia facile ma nemmeno impossibile. Poco importa contro chi giochiamo, ciò che conta è rimanere fuori dalla mischia dei playout». Il patron non ha molta voglia di commentare la sconfitta di Lecco. «A volte il silenzio vale più di mille parole e come si usa dire “il bel tacere non fu mai scritto”. Il troppo allarmismo porta benefici».

Amadei era uno dei quasi mille tifosi che hanno seguito la Reggiana in Lombardia. «Capisco la delusione dei tifosi e vi assicuro che il viaggio di ritorno è stato ancora più pesante rispetto alla sconfitta in se stessa». Alla vigilia il patron, dall’alto della sua esperienza, aveva qualche timore: «Avevo messo nel conto che a Lecco si poteva anche perdere perché loro erano disperati ed è una motivazione che ti porta a grandi imprese. Mi era stato detto che avevano giocato con ardore anche la settimana precedente a Spezia conquistando il pareggio in inferiorità numerica; quindi, ero convinto che il Lecco avrebbe affrontato la partita con la massima determinazione, come penso farà nelle restanti ultime partite».

Il numero uno granata era andato a salutare la squadra prima dell’inizio della partita. «A fine gara ho preferito non dire niente, anche perché sarebbe stato inutile, in un contesto di forte amarezza e delusioni. Gli stati d’animo non erano ideali per sentire le mie parole. Caso mai li andrò a salutare in settimana. So che anche questa mattina (ieri per chi legge) si sono allenati». Il signor Immergas, sia da imprenditore sia da dirigente sportivo, ha sempre avuto la capacità di rigenerare l’umore dei suoi uomini.

«Deluso? No, sono fiducioso perché seguo la logica del ragioniere, accantonando per un attimo il sentimentalismo e i cattivi pensieri. Tengo conto solo dei numeri, della classifica e di ciò che ci serve per evitare i play out». Un sensato richiamo alla realtà della classifica che prende il sopravvento dopo la rabbia e la delusione del momento. «Ai tifosi dico di non disperare in questo momento occorre essere razionali, ragionare con i numeri, stare calmi. Non c’è altro da fare. Se stiamo calmi è molto meglio che farsi prendere dai cattivi pensieri. Capisco che perdere a Lecco fa male, così come se pensiamo che non abbiamo giocato bene o che loro non vincevano una partita dal 26 dicembre ma prima o poi doveva succedere. Se rimaniamo su questi pensieri non facciamo altro che farci del male mentre occorre essere razionali, lucidi, sereni e motivati per arrivare all’obiettivo finale della salvezza. Credo che la società, i giocatori e il tecnico la pensino allo stesso modo». L’imprenditore guarda alla prossima sfida di venerdì contro il Cosenza con rinnovato ottimismo. «Dobbiamo farci trovare pronti, magari con lo stesso spirito che ha visto il Lecco cercare un risultato che poteva sembrare impossibile. Dovremo scendere in campo con la stessa determinazione e con le nostre qualità. Ci servono tre punti nelle prossime cinque partite ma possiamo già iniziare dal Cosenza». © RIPRODUZIONE RISERVATA