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Reggiana, il monito dell’ex Marco Ballotta: «Devi ricompattarti. Brescia? Sfida salvezza in cui non bisogna commettere errori»

Luigi Cocconcelli
PIEVE DI CADORE - MARCO BALLOTTA - FOTO VIGNOLI
PIEVE DI CADORE - MARCO BALLOTTA - FOTO VIGNOLI

L’intervista al portiere che ha vestito sia la maglia granata che quella delle rondinelle alla vigilia del match

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Reggio Emilia Marco Ballotta da poco ha compiuto 61 anni, ma pare ieri che era ancora tra i pali. E del resto fino al 2022 vi è rimasto per davvero. Almeno sulla carta visto che era tesserato come terzo portiere del Terre di Castelli in Eccellenza. Un modo più che altro per continuare ad allenarsi.

A tutt’oggi Ballotta è il giocatore più anziano ad aver giocato in A (l’ultima disputata nella massima serie all’età 44 anni) e Champions League (un Real Madrid-Lazio del 2007). Nella sua lunga carriera Ballotta ha difeso anche le porte di Brescia e Reggiana. Con una curiosità. Nel 1994 Dal Cin ne rileva il cartellino dal Parma, ma poi lo gira in prestito alle rondinelle per scommettere invece su Antonioli, scuola Milan con cui si dice avesse rapporti molto stretti. Sta di fatto che alla Reggiana arriva il campionato successivo, contribuisce alla riconquista della serie A della squadra di Carletto Ancelotti, disputa anche quello successivo e poi coi i granata retrocessi inizia il percorso alla Lazio. Ma questo è ieri. Se non altro ieri. L’oggi parla di una sfida salvezza al Rigamonti tra Brescia e Reggiana.

«Sarà – dice Ballotta – una gara molto delicata, non dico determinante perché poi di tappe ne restano altre, ma sicuramente importantissima, in cui non puoi più permetterti errori. La Reggiana deve fare i conti con tante assenze e deve essere brava a ricompattarsi, mentalmente deve entrare nell’ordine delle idee che inizia un nuovo campionato».

Se lo aspettava un campionato così tribolato?

«No, evidentemente ci sono state scelte sbagliate o che non hanno pagato, non era partita male poi non so cosa sia successo, quando arrivi a cambiare allenatore vuol dire che qualcosa non ha funzionato, la situazione è difficile, difficilissima, ma non compromessa».

La Reggiana dovrà affrontare il match con un portiere esordiente come Motta: si sente di dare consigli?

«Assolutamente no, per la semplice ragione che non ce ne sono ed è lui che caratterialmente deve essere pronto, la squadra deve solo aiutarlo, non pensare che possa essere lui a risolvere la situazione ma dimostrando piena fiducia. I giovani non hanno esperienza ma a volte la giusta spensieratezza, per lui è una grande occasione».

Il Brescia non vince in casa da fine settembre, da una vita non segna nella ripresa e subisce spesso e volentieri gol nei minuti finali. Da fuori che spiegazione si è dato?

«Direi mancanza di concentrazione, quando incappi sovente in certe situazioni non può essere un caso, la Reggiana deve tenerne conto e magari mettersi in condizione di approfittarne, forse difetta quella coesione finale tipica di una squadra che deve portare a casa il risultato, la B richiede grande temperamento, spirito di sacrificio, ma anche qualità difensive. Poi ad un certo punto, e questo è l’aspetto peggiore, ti subentra la paura, ti fai prendere dall’ansia».

Visto l’organico, il Brescia non dovrebbe essere invischiato nella bagarre per la salvezza.

«Bisogna saper scegliere i giocatori non solo per l’aspetto tecnico ma anche caratteriale, evidentemente come alla Reggiana hanno fatto scelte non rivelatesi giuste, non è scattata la giusta alchimia, ma ci sono annate così». © RIPRODUZIONE RISERVATA