Manolo Portanova, contro l’Entella sfiderà il fratello Denis: «Ma in campo non guardo in faccia a nessuno»
Il fantasista della Reggiana si racconta: «Il mio obiettivo superare gli otto gol, in squadra cerco di aiutare i giovani: a Reggio Emilia subito pesava il clamore, ma poi ho sentito l’amore dei reggiani»
Reggio Emilia Sin qui Manolo Portanova ha giocato tutte le partite e il suo è stato senza dubbio un inizio di stagione in grande stile: i tre gol realizzati hanno portato sei punti nelle casse granata. «Sto benissimo – premette – Il segreto? Ho avuto la fortuna di incontrare un preparatore molto forte come David Morelli, con cui dialogo spesso e ci confrontiamo: mi ha dato una dieta e delle esercitazioni particolari per riuscire a tenere un ritmo elevato anche oltre il novantesimo». Sabato 8 novembre – ore 15 – la partita casalinga con contro l’Entella avrà un sapore particolare: in campo nella squadra avversaria c’è il fratello Denis.
È il suo miglior inizio di stagione e le tre reti confermano la sua indole nell’andare sempre alla ricerca del gol?
«Il mio obiettivo è aiutare la squadra se poi arriva il gol fa piacere. Vorrei superare gli otto gol realizzati l’anno scorso, sempre che il Var non me ne tolga qualcuno».
In quale zona del campo predilige giocare?
«Mi piace giostrare in fase offensiva ma se il mister mi chiede di arretrare, lo faccio senza problemi».
In campo protesta e parla spesso con l’arbitro ma non è mai stato ammonito per proteste, c’è un segreto?
«Il rispetto. Agli arbitri spettano le decisioni che a volte non condivido ma nel confronto c’è sempre educazione e correttezza».
Come gestisce il rapporto con il mister Dionigi?
«Da quando non c’è più Paolo Rozzio, che era il riferimento del mister, cerco di trasmettere a Dionigi le mie impressioni dal campo: ciò che non riusciamo a sviluppare rispetto a quello che abbiamo provato in allenamento. Dionigi sta facendo un grandissimo lavoro».
Mostra un atteggiamento da leader anche con i compagni di squadra. Ne è consapevole?
«Cerco di aiutare i nostri giovani, che sono molto forti. Quello che imparano se lo devono portare come bagaglio tecnico anche per il futuro. Essere un loro punto di riferimento fa piacere, è fondamentale riuscire a trasmettere serenità e fiducia al gruppo. Voglio portare questa giovane Reggiana il più in alto possibile».
La Reggiana deve pensare solo alla salvezza o può ambire a qualcosa di più?
«Dobbiamo essere umili e raggiungere la salvezza il prima possibile, poi ciò che verrà di più sarà tutto di guadagnato. È stato fatto un mercato importante con l’arrivo di giovani di valore e quindi nulla ci è precluso ma prima pensiamo a raggiungere la salvezza».
Tornando alla sfida con l’Avellino, c’è rammarico per la sconfitta?
«Avevamo la partita sotto controllo ed eravamo riusciti a ribaltare lo svantaggio. Dovevamo essere più cattivi ed essere disposti a “morire” pur di non prendere gol. Questa settimana abbiamo lavorato tanto, perché quello che è successo ad Avellino non deve più accadere. Abbiamo perso tre punti e ora abbiamo voglia di riprenderceli con l’Entella».
Che partita si aspetta sabato contro l’Entella?
«È una buona squadra e arriva in un momento importante, prima della sosta».
L’Entella in trasferta ha conquistato un solo pari a Cesena e poi quattro sconfitte.
«Dobbiamo pensare solo a noi stessi, a riprenderci i punti persi ad Avellino. Sappiamo che sono proprio queste le partite più difficili».
Per lei sarà una partita speciale perché ritroverà da avversario suo fratello Denis.
«Se succederà gliel’ho già detto: in campo non siamo fratelli. Lui lo sa come sono, non guardo in faccia a nessuno».
Denis sta vivendo la sua prima esperienza in serie B. Che giocatore è?
«Lo ritengo un giocatore forte. Quest’anno ha trovato difficoltà perché la concorrenza è tanta, con compagni esperti ma ha la mentalità giusta per imporsi. Sono certo che aspetterà la sua occasione per dimostrare quanto vale».
Per chi farà il tifo papà Daniele?
«Per chi gioca».
Qui a Reggio è molto amato dai tifosi: onere od onore?
«So che i tifosi si aspettano tanto ma il mio primo obiettivo è arrivare a fine partita avendo sudato la maglia».
A Reggio il fattore ambientale sposta gli equilibri?
«Fa piacere vedere la curva sempre piena e in campo si sente. È stato bellissimo l’abbraccio nel derby col Modena. La Reggiana è questa: quando è unita fa bene a noi e a tutta la città».
È da tre anni a Reggio Emilia: come si trova?
«I primi due mesi sono stati difficili perché ho sentito tanto il clamore nei miei confronti poi ho percepito l’amore della gente e mi sono innamorato anch’io dei reggiani».
In campo sembra un gladiatore ma fuori dal rettangolo di gioco appare molto diverso. È così?
«In campo mi trasformo, mentre nella vita di tutti i giorni sono tranquillo».
In tribuna spesso c’è tutta la sua famiglia, fidanzata compresa.
«Sono sempre con me, nel bene e nel male. Averli vicini mi fa stare bene».
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