Gazzetta di Reggio

La calciatrice reggiana Alice Pignagnoli si racconta in un libro

La calciatrice reggiana Alice Pignagnoli si racconta in un libro

Venerdì 3 febbraio alle 18 la presentazione alla libreria All’Arco

01 febbraio 2023
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Reggio Emilia S’intitola “Volevo solo fare la calciatrice” ed è il primo libro di Alice Pignagnoli, portiere reggiano con una lunga esperienza nelle massime serie del calcio femminile, che sul finire del 2022 è stata svincolata dalla società proprietaria del suo cartellino, la Lucchese, perché incinta del suo secondo figlio.

Nel libro – che l’autrice presenterà venerdì alle 18 alla libreria All’Arco, intervistata dalla giornalista della Gazzetta Martina Riccò – non si parla ovviamente di questa recente vicenda, ma degli ostacoli e delle difficoltà che Pignagnoli ha dovuto affrontare per riuscire a coronare il suo sogno senza rinunciare, per questo, a creare la propria famiglia.

Laureata con 110/110 alla Iulm di Milano con una tesi sulla rappresentazione della donna nei media, Pignagnoli ha collezionato oltre 250 presenze tra Serie A e Serie B. È inoltre blogger, formatrice e testimonial di diversi marchi sportivi e non. Sposata con Luca Lionetti dal 2016, nel 2020 è diventata mamma di Eva, balzando agli onori delle cronache per il rinnovo del contratto al settimo mese di gravidanza e il rientro in campo lampo, a 100 giorni dal parto.

Quella narrata nel libro non è una storia a lieto fine – e la vicenda con la Lucchese lo dimostra – ma è la storia di una donna che non accetta di farsi dire dagli altri cosa può e non può fare, cosa può e non può diventare.

Nel volume edito da Minerva Editori, Pignagnoli racconta le sue battaglie: quella della bambina che vuole giocare a calcio anche se “il calcio è una cosa da maschi”, quella della atleta professionista che vuole essere trattata come tale, quella della donna che non vuole doversi annullare nel ruolo di madre come invece la società, nemmeno tanto celatamente, chiede. «Sogno un mondo migliore – dice – dove le donne vengano supportate in uno dei compiti più grandi e allo stesso tempo difficili che si trovano ad affrontare: non solo generare la vita, ma non sentirsi “sbagliate” a causa delle loro scelte. Un mondo dove le donne vengano valutate per il loro valore e non per la quantità di figli che hanno o non hanno».

Nel libro, che è tutto fuorché un diario, Pignagnoli fa commuovere, ridere e anche arrabbiare. Perché di strada, per raggiungere il mondo che lei (e non solo lei) sogna, ce n’è ancora tanta da fare.

«Questa – si legge nella seconda di copertina – è una storia di sudore e sacrificio, non solo di successo. È soprattutto la storia di tante sconfitte e fallimenti e di come la differenza sia sempre come si riesce a reagire sul campo. Quello verde di calcio, quello di una piattaforma a strapiombo sul mare, di una casa da progettare, di una sala parto asettica, insomma, quello della vita». l

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