Passeggiata a Pasquetta in centro storico sulle orme di “Individui torbidi e sospetti”
Reggio Emilia: alle 11 la presentazione itinerante del volume edito da Antiche Porte
Reggio Emilia In tempi in cui la sicurezza sociale è argomento di cronaca, interessante risulta essere conoscere come operavano i nostri avi “delinquenti e farabutti”. Così per salutare il libro “Individui torbidi e sospetti” che Antiche Porte editrice ha pubblicato da poco (72 pagine, 12 euro) lunedì 21 aprile, Pasquetta, alle 11 è in programma una passeggiata in centro storico con ritrovo sotto la statua del Crostolo di piazza Prampolini. Osterianti e nullafacenti, seduttori impenitenti e donnine di malaffare, pene severe e condoni, fuggiaschi e delinquenti comuni popolavano il Dipartimento riempiono le filze dei documenti che il nostro Archivio di Stato custodisce in via Cairoli, inerente la Bassa del Po. Non solo i reggiani però erano tenuti d’occhio dalle forze di polizia. Il 16 settembre 1811 da Guastalla a Reggio arriva l’informazione che il Podestà di Reggiolo ha segnalato una «situazione spiacevole in cui trovasi le comuni limitrofe e per consenso anche il di lui circondario», l’area interessata include quindi i comuni di Luzzara, Guastalla e Rolo. Scrive il funzionario: «Mi giunge sull’istante notizia stragiudiziale che 23 malandrini o maleintenzionati armati abbiano ieri passato il Po e siansi diretti da queste parti venendo anche assicurato che il Vice Prefetto di Revere ne abbia fatto a lei rapporto». Il Podestà chiede di essere tenuto al corrente di tutte le notizie in merito alla vicenda con lettera delle otto pomeridiane, alle 9 e mezza arriva la risposta che chiarisce come «nella notte del 13 andante diecisette persone sconosciute ed armate si portarono al Po verso Sustinente, ossia tra Sustinente e Sacchetta ed ivi impadronitisi di un battello passarono con quello il fiume approdando verso le parti di S. Siro e tenendo la direzione verso questo comune». Reggio, però ridimensiona il pericolo definendo scarsissimo e ridicolo il numero dei malandrini, che non deve spaventare ne eccitare alle armi, così l’allarme rientra. Leggiamo anche che «l’interesse dei vigili amministratori italici, non è mai appagato dal voler conoscere le più periferiche realtà del Regno napoleonico, tra cui quelle reggiane. Per questo, gli attenti funzionari tempestano di quesiti e domande i colleghi in riva al Po. Da Milano, il bisogno di conoscere bene il territorio reggiano, costituisce necessità fondamentale per la gestione successiva». La durata dell’incontro è di circa un’ora, la partecipazione è libera e non occorre prenotare. © RIPRODUZIONE RISERVATA