Gazzetta di Reggio

Piste e macchinine, passione e business sono reggiani

di Alessandro Zelioli
Piste e macchinine, passione e business sono reggiani

Dalle Ferrari alle Lotus, viaggio alla scoperta di Slot.it, il marchio che progetta le mitiche automobiline da corsa

27 luglio 2015
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REGGIO EMILIA. Alzi la mano chi non ha mai sognato di possederne almeno una. Le piste per automobiline telecomandate sono state un must degli anni '70. Politoys, Policar (poi diventata Polistil) erano marchi che i ragazzini di allora conoscevano a menadito. Ora, grazie alla passione e alla capacità imprenditoriale di Maurizio Ferrari e Maurizio Gibertoni, due ingegneri reggiani che si sono conosciuti nel '92 alla Med, questi sogni sono nuovamente realtà. Insieme fondano Galileo Engineering, azienda con sede a Reggio in via Cavallotti 16, che fornisce servizi tecnici e consulenza prevalentemente nel settore della progettazione elettronica. La loro esperienza e voglia di proporre qualcosa di nuovo li porta a lanciare il marchio Slot.it che fornisce tutto quanto possa servire a chi ha la passione delle automobiline da usare sulle piste.

«Tutto tranne le piste – ci racconta Maurizio Ferrari, 52 anni e un passato alla Ferrari di Maranello –. Assieme al mio socio abbiamo puntato, tra le altre attività che abbiamo, a questo mercato. Una passione che avevamo da piccoli ma che di fatto non abbiamo mai lasciato cadere».

In che senso?

«Io gareggio ancora in competizioni con queste automobili. D'altronde anche Ross Brawn (l'ingegnere inglese ex direttore tecnico della Ferrari in formula 1, ndc) – è partito come progettista e pilota di queste vetture».

Ora siete saliti alla ribalta per aver rilanciato il marchio Policar, uno dei brand più famosi degli anni '70. Come ci siete arrivati?

«In realtà è stato molto semplice. Quel marchio era in disuso da molti anni e noi lo abbiamo solamente riregistrato. Abbiamo fatto la stessa cosa con il marchio Politoys, mentre per quello che tutti conoscono, la Polistil, sarebbe stato molto più difficile in quanto ancora vittima del fallimento della Bburago».

Però avete scelto di sviluppare modelli particolari.

«Sì. Noi lavoriamo per il mercato degli hobbisti, producendo vetture che hanno fatto la storia della F1 o di altre corse come ad esempio la 24 ore di Le Mans. I nostri sono perfettamente in scala senza utilizzare, per migliorare le performance in pista, licenze rispetto all'originale. Se dobbiamo migliorare la prestazione della vettura, agiamo sui componenti. Abbiamo accessori che consentono ai nostri acquirenti di personalizzare al massimo le vetture. Che hanno però dei dettagli evidenti e differenti rispetto ai modellini che si possono comprare nei negozi di giocattoli attuali. Abbiamo recentemente realizzato un 4x4 che ha una cinghia dentata e un differenziale davvero fedeli alla realtà».

I modelli Policar, che vengono distribuiti attraverso la Aps, azienda tedesca "gemella" di Slot.it, sono però assemblati in Cina.

«Noi ci occupiamo della progettazione, delle specifiche dei componenti e della distribuzione. Il resto, appunto, viene fatto in Cina. Ma andiamo spesso a controllare che tutto avvenga secondo le nostre direttive. Possiamo parlare di un prodotto Made in China, ma al 100% con design italiano. Ogni minimo particolare viene progettato in Italia. E la qualità del nostro prodotto è apprezzata in tutto il mondo».

Quali sono i modelli di punta?

«Quelli che hanno fatto come si dice notizia sono la Lotus 72 numero 2 (quella pilotata da Jochen Rindt nel Gp di Germania 1970, ndc) e la Ferrari 312 PB. Sono le prime col marchio Policar e con una meccanica miniaturizzata nei minimi dettagli. La prossima sarà la Ferrari F40. Abbiamo a catalogo Slot.it, tra le altre, l'Audi che ha vinto a Le Mans nel 2013. Ma abbiamo di tutto, comprese le Pit Stop Girls fedelmente riprodotte».

Dietro al vostro lavoro, c'è un mondo di appassionati e di competizioni.

«Infatti. Ci sono gare che riproducono fedelmente i circuiti storici della Formula 1 oppure delle corse di durata più famose. E qui avere a disposizione vetture che sono in grado di limare anche pochi centesimi può fare la differenza. La velocità delle vetture non supera generalmente i 25 chilometri orari, ma la preparazione e la concentrazione di chi le guida deve essere al massimo. Recentemente a Salsomaggiore abbiamo organizzato una gara con 6 piste molto grandi a 8 corsie con 40 squadre in gara e 125 macchine diverse che si sfidavano».