Gazzetta di Reggio

Politica

Il “nuovo” Prodi accende il Pd: «Basta con il partito d’elite»

Luca Gardinale
Il “nuovo” Prodi accende il Pd: «Basta con il partito d’elite»

Plauso da tutto il centrosinistra al “manifesto” del Professore, oggi a Cesena Gorrieri: «Una risorsa preziosa, è l’unico che sia riuscito a battere la destra»

22 luglio 2023
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Alla fine, quello che è riuscito a mettere insieme mondi molto diversi, e soprattutto a battere (due volte) un centrodestra che sembrava invincibile è proprio lui. Anzi, solo lui, almeno negli ultimi trent’anni. Anche per questo, la sua lezione oggi a Cesena, a “casa” di un altro che di vittorie elettorali ne sa qualcosa – il presidente della Regione Stefano Bonaccini – è molto attesa.

In un momento difficile per il Pd e per tutto il centrosinistra, l’ex presidente del Consiglio e leader dell’Ulivo Romano Prodi ha indicato la strada per ritrovare un rapporto, quello con i cittadini, sempre più fragile. Lo ha fatto mercoledì scorso, parlando davanti a 400 persone in provincia di Pisa. Un intervento che sembra quasi un “manifesto” per il centrosinistra del futuro, con un Professore pronto a dare un contributo: «Dobbiamo ricominciare a discutere e incontrare le persone – questo il primo punto indicato dall’ex premier – perché la democrazia si fa davvero con la partecipazione, non ci sono altri modi. Il problema è che un tempo i partiti erano in grado di promuoverla, ora non più. Anzi, non ci riescono nemmeno i sindacati: è tutto esageratamente individualizzato».

Le reazioni

Ma quale potrebbe essere il ruolo di Romano Prodi per il futuro del centrosinistra? «Il Professore non sarà in campo in prima persona – fa notare un dem bolognese da sempre vicino all’ex premier – ma il suo contributo per il centrosinistra del futuro non mancherà». Del resto, il suo “manifesto” di Pisa è stato molto apprezzato, «a partire dall’invito a ripartire dai temi di cui le persone parlano tutti i giorni a tavola: una cosa che potrebbe sembrare scontata – ribadisce l’esponente bolognese del Pd – ma per il Partito democratico non sempre lo è. Anzi, siamo più bravi a parlare di noi stessi che dei temi che tutti i giorni sono al centro dei dibattiti e dei problemi delle famiglie. In questo modo, però, rischiamo di diventare davvero quel “partito d’elite” che ci accusano di essere da tempo...».

Tornando alle parole dell’ex premier, secondo Prodi la ricetta per tornare a dialogare con le persone passa «da una lista delle quindici cose di cui nelle famiglie si discute a tavola, dalla salute al lavoro, dai salari alla sicurezza. Per ciascuno di questi argomenti – ha detto ancora il Professore parlando a Pisa – creerei un gruppo di una ventina di saggi, la metà dei quali magari provenienti dall’esterno del Pd».

«Rifondare la sinistra»

Parole apprezzate anche dai dem modenesi: «Sono d’accordo con l’idea dei saggi che affrontano i temi di cui si parla ogni giorno nelle famiglie – commenta Giuseppe Boschini, ex vicesindaco e consigliere regionale, ulivista della prima ora – anche se oggi non basta più dire “andiamo nelle fabbriche a parlare con gli operai”, perché le fabbriche del 2023 non sono quelle degli anni ’70, è cambiato il loro lavoro e sono cambiati gli operai. Insomma, se si vuole rifondare il centrosinistra, bisogna farlo con le categorie culturali del 2030, non quelle del passato».

Parlando dei problemi principali per il mondo delle imprese, Boschini, che lavora come formatore, fa notare che «oggi la crisi demografica è devastante per le aziende, e di fatto rappresenta il limite allo sviluppo più importante per i prossimi anni. E il peggio verrà dal 2028, quando saranno vent’anni dalla crisi della Lehman Brothers».

Ad apprezzare le parole dell’ex premier è anche Claudio Gorrieri, consulente aziendale e figlio del grande sindacalista e parlamentare Ermanno: «La presenza di Prodi è importante – commenta – anche perché è l’unico che è riuscito a mettere insieme tutti e a battere la destra. Sono idee vicine a quelle della “Fabbrica del programma”, e restano ancora attuali, perché il Pd deve uscire da un dibattito che in gran parte è interno, mettendo insieme idee e coinvolgendo persone che non siano sempre le stesse. Un contributo fondamentale – incalza Gorrieri – per un partito e uno schieramento che oggi più che mai avrebbero bisogno di vedere le cose dal punto di vista delle persone, e in particolare di quelle che vivono situazioni di disagio. Penso alla legge regionale che fissa il consumo di suolo al 3%: senza dubbio è un’iniziativa importante, ma è una legge che parte dal punto di vista di chi una casa ce l’ha». L’invito, insomma, è quello di far ripartire il dibattito dal punto di vista di chi vive situazioni di disagio: «Mio padre – chiude Gorrieri – diceva che la civiltà di un Paese si misura dal modo in cui si trattano gli “ultimi”». l