Gazzetta di Reggio

Il caso

Caldo, meteorologi attaccati

Caldo, meteorologi attaccati

Le temperature quasi da record scatenano i negazionisti del cambiamento climatico Dopo gli insulti a Lombroso, spunta una lettera di velate minacce indirizzata a Randi

24 agosto 2023
3 MINUTI DI LETTURA





i Alice Benatti

C’è caldo, troppo. L’asfalto ribolle e per molti l’aria condizionata è diventata l’unico sollievo in queste torride giornate che in Emilia vedranno l’ultima grande fiammata dell’estate proprio fra oggi e domani. Della serie: il peggio deve ancora venire. Ieri le temperature nel ferrarese, modenese, bolognese e nella Romagna occidentale hanno toccato massime di 38-39 gradi, dunque 10 oltre le medie del periodo. Servirà ancora un po’ di pazienza dato che in Emilia-Romagna dovremo sopportare un’anomalia di 6-7 gradi in più almeno fino a domenica. Oggi il bollino rosso è scattato su 17 città italiane e mentre gli esperti trovano maggiore spazio (finalmente) per raccontare ai cittadini che simili ondate di calore sono la diretta conseguenza del cambiamento climatico, su social e chat, in primis Telegram, imperversano i cosiddetti “No clima” o “clima-scettici”. Quelli che «l’estate è sempre stata calda», che ridicolizzano «Gretina» (Thunberg), che negano l’influsso umano sul riscaldamento globale. E offendono gli scienziati. Di recente lo ha raccontato il meteorologo e divulgatore ambientale Luca Lombroso, responsabile tecnico dell’Osservatorio geofisico dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che si è preso una pausa social dopo che negli ultimi tempi è stato tacciato di essere «meteo-terrorista», «al soldo dei servizi segreti», «imbecille», addirittura «nazista» o «fascista». La “colpa”? Le sue tesi sul cambiamento climatico, di cui scrive da oltre un decennio. «Mi è dispiaciuto che sia stato attaccato in questo modo ma ha fatto male a “ritirarsi” perché non bisogna darla vinta a questa gente» è il commento di un altro meteorologo, Stefano Ghetti di TVMeteo 24, il cui canale YouTube non è certo immune da commenti di negazionisti del clima. Ma «io li ignoro», dice. Dalla Romagna anche un altro collega, Pierluigi Randi, presidente di Ampro, l'associazione meteo professionisti, che di Lombroso è prima di tutto un amico, dice di conoscere molto bene il problema. «A luglio – racconta – ho ricevuto una lettera da un avvocato, noto negazionista del cambiamento climatico, che sostanzialmente si diceva insoddisfatto del mio intervento su una rete televisiva nazionale. Il senso era che se avessi ripetuto pubblicamente le mie tesi su fenomeni estremi come alluvioni, ondate di calore e grandinate, che in futuro molto probabilmente saranno più frequenti e intensi, mi avrebbe denunciato per procurato allarme». «È seguita la risposta dello studio legale a cui mi sono appoggiato – prosegue – ma non è un bel segnale, per niente. Io penso che su questo tema non dovrebbe esistere uno scontro ideologico: serve unità. Insomma “scanniamoci” su altre cose ma non su questo. Io mi dedico più al meteo che al clima quindi sono meno bersagliato di Luca, che a volte, essendo molto sanguigno, perde la pazienza di fronte a certe frasi. Ha fatto bene, secondo me, a prendersi una pausa». Per il meteorologo romagnolo, chi rema contro alla presa di coscienza del cambiamento climatico, «a cui ha dato un contributo fondamentale Greta Thunberg – che è riuscita a diffondere a milioni di persone quello che la scienza non è riuscita a fare in 30 anni di dibattito» –, «si appella a 3-4 nomi che non sono climatologi ma docenti di fisica: un buon fisico non è detto che sia anche un buon climatologo o meteorologo e viceversa». Spesso, come riporta Randi, viene minimizzato il fatto che la temperatura della Terra sia aumentata di 1° grado perché «è vero che non è la prima volta che accade». Il negazionista dice «cosa vuoi che sia». «Il problema – sottolinea il meteorologo – sono le scale temporali. Migliaia di anni fa per guadagnare 1 grado ci sono voluti decine di secoli mentre ora questo grado aggiuntivo lo abbiamo preso in 70-80 anni. La preoccupazione deriva dal fatto che il recente aumento è stato rapidissimo e influenzato innegabilmente dall’attività dell’uomo: quindi il punto non è quanto ci scaldiamo ma quanto velocemente». E conclude: «Deve aumentare la consapevolezza su quanto sta accadendo, non ci si fida abbastanza di quello che dice la scienza».l

© RIPRODUZIONE RISERVATA