Gazzetta di Reggio

Reggio e la carica dei 10mila: «La Manovra va cancellata»

Serena Arbizzi
Reggio e la carica dei 10mila: «La Manovra va cancellata»

Adesione alta allo sciopero di Cgil e Uil contro la Finanziaria

18 novembre 2023
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Reggio Emilia. «Questa manovra va cancellata».
La carica degli oltre 10.000 lavoratrici e lavoratori che ieri mattina hanno colorato di rosso e di blu le vie della città difficilmente verrà dimenticata. È stata altissima, infatti, l’adesione allo sciopero all’insegna del motto “Adesso basta”, al quale hanno preso parte tutti i settori. La manifestazione di Reggio Emilia, promossa da Cgiil e Uil ha rappresentato un unicum: lo spostamento dal 24 novembre (festa del patrono San Prospero) alla giornata di ieri ha fatto sì che l’astensione dal lavoro dei vari settori coincidesse con quella del pubblico impiego, andando a formare dunque l’unico vero sciopero generale di tutto il nord Italia.

Il lungo corteo ha detto no alla legge di bilancio varata dal Governo. I partecipanti, dopo avere raggiunto la città anche attraverso i pullman partiti da più paesi della provincia, si è mosso dalla via Emilia, angolo con viale Montegrappa, per dirigersi in viale Ramazzini, nell’area delle ex- Reggiane, dove si è svolto il comizio, passando per viale del Partigiano.

Il variegato serpentone dalle tante bandiere dei sindacati - una anche della Palestina - ha raggiunto la destinazione delle Ex Reggiane, teatro dei conflitti sociali del passato in cui ieri sono stati evocati quelli odierni, dove si è svolto il comizio conclusivo in cui hanno preso la parola il segretario della Cgil reggiana Cristian Sesena, delegati Uil e Cgil e il segretario nazionale della Uilm, Rocco Palombella, accanto al coordinatore regionale, di Reggio Emilia e di Modena della Uil, Roberto Rinaldi. «Questa Manovra va cancellata – tuona Palombella dal palco –. Vogliamo zero morti sul lavoro e nella legge di bilancio non ci sono provvedimenti adeguati che vadano a contrastare questo fenomeno. Servono più ispezioni, controlli, formazione e sanzioni. L’aumento in busta paga, poi, è una bugia. La legge di bilancio non dà nemmeno risposte ambientali. Siamo vicini alle famiglie colpite dall’alluvione che aspettano i risarcimenti promessi. La manovra non prevede nulla. Noi non vogliamo contare morti e vedere territori distrutti. Salvini ci accusa di volere fare un weekend lungo, ma lui è fissato con i ponti che non sono la stessa cosa degli scioperi».

Attimi di preoccupazione si sono susseguiti quando una lavoratrice, tra il pubblico, ha avuto un malore: è stata soccorsa dal personale sanitario della Croce Verde, tra gli applausi di incoraggiamento degli altri partecipanti e si è ripresa poco dopo.

«Non abbiamo paura dei precetti del ministro Salvini, anzi, lo ringraziamo per la pubblicità che ha fatto alla nostra agitazione – premette Sesena –. È un clamoroso autogol per chi tutti i giorni tenta di oscurare i problemi e le battaglie dei lavoratori. La paura è di chi mostra i denti contro i lavoratori e i pensionati perché sa che le politiche messe in campo sono inadeguate. Ormai resta solo il popolo degli evasori ad applaudire a queste manovre sbagliate, ma noi guardiamo avanti. Vogliamo che migliorino le condizioni di chi lavora, che i lavoratori e le lavoratrici della Lidl possano avere orari umani».

Tanti hanno aderito allo sciopero con bandiere, fischietti e cartelli per ribadire che “non si possono fare leggi senza consultare i lavoratori”, al ritmo di “Bella ciao”, immancabile inno con cui è stata chiusa la manifestazione, mentre durante il corteo il carro della Fiom animava la manifestazione con repertorio musicale. Tra i lavoratori in corteo anche i dipendenti della Lidl, protagonisti di una vertenza sentita dopo la decisione dell’azienda di prolungare l’orario di lavoro. «Si tratta di una decisione unilaterale presa da parte dell’azienda senza indennizzo – spiega Jolanka Celada, rsa Lidl –. Siamo gli unici, a Reggio Emilia, a uscire così tardi e a chiudere alle 21.30. Tra le lavoratrici ci sono delle madri o colleghe con anziani da assistere. A Reggio alle 20 non c’è più nessuno in giro e il fatturato non giustifica una scelta del genere, per di più non condivisa».

Ai lavoratori si sono unite diverse associazione, come quella delle donne reggiane per la Costituzione che hanno ricordato Anila Grishaj, aveva 26 anni, operaia e vicedirettrice in una ditta di produzione di surgelati di Pieve di Soligo (Treviso), deceduta dopo essere rimasta incastrata in un macchinario per l’imballaggio. In occasione della manifestazione, la Fiom ha tenuto presidi davanti a diverse aziende metalmeccaniche, tra cui la Dana Motion System, la Ognibene Power, la Eviosys e la Interpump di Calerno e la Hce di Luzzara. Da alcune di queste aziende si sono spostati i lavoratori a bordo di una “carovana metalmeccanica”, vale a dire in gruppi da cinque per auto, per ridurre l’inquinamento, hanno viaggiato incolonnati verso la manifestazione di Reggio Emilia. Presenti al corteo, fra gli altri, la parlamentare Ilenia Malavasi, il presidente della Provincia, Giorgio Zanni, il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, il presidente dell’Anci provinciale, Emanuele Cavallaro.

I dati di partecipazione di ogni azienda sono altissimi. Qualche esempio: Grissinbon 80%,Cantine Riunite 90%, Newlat 100%, Progetto lavoro magazzino Imax 100 % eMagazzino Realco coop Flexilog 100%. l