Gazzetta di Reggio

Si accascia sulle scale di scuola: Riccardo muore a 13 anni per un malore

Ambra Prati
Si accascia sulle scale di scuola: Riccardo muore a 13 anni per un malore

Lo studente stava affrettandosi per andare in classe. Cinquanta minuti di rianimazione, è deceduto in ospedale alle 9.30

09 gennaio 2024
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Reggio Emilia Doveva essere una giornata festosa di ritorno sui banchi scolastici. Invece la mattinata si è subito trasformata in un dramma imprevedibile: il malore sulle scale, il lunghissimo tentativo di rianimazione, la corsa all’ospedale quando ormai era evidente che non c’era più nulla da fare. La tragedia ha avuto per teatro l’istituto comprensivo “Alessandro Manzoni” di via Emilia Santo Stefano, dove al momento dell’ingresso uno studente di tredici anni, Riccardo Curreli, ha accusato un malore risultato poi fatale.

Riccardo frequentava da poco la scuola media del centro storico: aveva iniziato in autunno, quando i genitori si sono trasferiti nella nostra città dalla natìa Sardegna. Era figlio unico. Erano quasi le 8 e lo studente, che frequenta la classe terza E, era in leggero ritardo: si entra alle 7.55 dal cortile di via Franchetti e i suoi compagni erano in gran parte già saliti in classe, perciò pochi hanno assistito all’accaduto. Il ragazzino, arrivato trafelato e ultimo della fila, si trovava al pianterreno: ha appena fatto in tempo a salire i primi gradini quando all’improvviso si è accasciato. A notare quel corpo riverso è stata una collaboratrice scolastica, che ha subito avvisato la squadra di primo soccorso. Quest’ultima – che tra l’altro, per un destino beffardo, appena tre mesi fa era stata premiata per aver salvato un alunno – è un team di tre persone appositamente formate per il primo soccorso sanitario: la composizione varia a seconda dei piani ma la responsabile è la vicepreside, Arianna Benedetti, subito accorsa, che insieme ad altri due docenti è intervenuta con le prime manovre di rianimazione, mentre veniva lanciato l’allarme al 118. In pochi minuti sono arrivate prima l’automedica con il dottore e poi un’ambulanza della Croce Rossa: medico e infermiera hanno preso in consegna il minore ed è iniziato un lunghissimo tentativo di rianimazione, durato quasi cinquanta minuti contro i venti di prammatica. Nessuna reazione da parte del ragazzino: è rimasto incosciente ed esanime. I sanitari non si sono dati per vinti e hanno continuato il trattamento, tentando il tutto per tutto: finché il medico ha consigliato di portare il paziente al Pronto Soccorso. Secondo i protocolli i volontari della Cri hanno caricato il tredicenne e lo hanno trasportato a sirene spiegate al Santa Maria Nuova, dove si sono susseguiti estremi tentativi di far riapparire i parametri vitali.

Alle 9.30 la dirigente scolastica, Alessandra Landini – che nel frattempo aveva avvisato i genitori accompagnandoli di persona in ospedale –, tornata in ufficio ha ricevuto una telefonata: a quell’ora è stato dichiarato il decesso del tredicenne. Si può solo lontanamente immaginare il dolore della mamma e del papà, che poco prima, come d’abitudine, avevano salutato il loro unico figlio per poi recarsi al lavoro. Ai genitori, che hanno perso il bene più prezioso, in ospedale è stata prospettata la possibilità di donare gli organi. Dopo un’attesa straziante il corpo di Riccardo è stato composto nell’obitorio dell’ospedale in attesa delle disposizioni del pm di turno, Isabella Chiesi, che dovrà decidere se far eseguire l’autopsia, molto probabile considerata la giovanissima età. La tragedia si è consumata mentre gli studenti delle altre classi seguivano ignari le lezioni. Solo in tarda mattinata, per evitare che i compagni di classe apprendessero l’accaduto all’uscita, la presidenza – che ha passato una mattinata frenetica, cercando di gestire la situazione – ha deciso di preparare la coetanei; con l’aiuto di una psicologa, i coetanei hanno appreso tra le lacrime che il banco di Riccardo resterà vuoto. l