Gazzetta di Reggio

Emilia-Romagna

Allarme criminalità giovanile, le rapine aumentate del 38,42%

Paola Benedetta Manca
Allarme criminalità giovanile, le rapine aumentate del 38,42%

Non è solo una percezione, lo dicono le statistiche. Il Procuratore generale: «Quadro di persistente gravità»

28 gennaio 2024
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Bologna. È allarme, in Emilia-Romagna, sulla criminalità minorile. Se finora si poteva pensare che fosse solo una questione di percezione eccessiva del pericolo, a confermare la realtà di quest’emergenza sociale arrivano i dati forniti nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, ieri, in Corte d’Appello a Bologna, che si è aperta con un minuto di silenzio per il Giorno della Memoria, prima della relazione del presidente, Oliviero Drigani.

Quello della criminalità minorile viene indicato nella relazione del procuratore generale Paolo Fortuna e dell’avvocato generale, Ciro Cascone, come un fenomeno di “persistente gravità”. Aumentano – si illustra – gli «illeciti da strada come rapine, furti e reati in materia di droga» da parte di minori. Nel periodo compreso tra il primo luglio 2022 e il 30 giugno 2023 si rileva «una costante crescita di denunce per alcune delle più gravi tipologie di reato e per alcuni delitti riconducibili all’ambito della violenza di genere». I dati arrivano dalla Procura dei minori di Bologna e confermano – sottolinea la relazione – che «le notizie di reato si attestano su standard elevati». Del resto «l’allarme sociale indotto dalle azioni di minorenni si rispecchia nel numero di richieste di misure cautelari» fanno notare Fortuna e Cascone. Sono ben 92 in un anno, di cui 50 per custodia cautelare in carcere. Aumentano del 22%, inoltre, come emerge dalla relazione, «le iscrizioni a carico di persone minori di 14 anni» che passano da 606 a 739 e i reati commessi da minori: furti (834 notizie di reato, a fronte delle 727 del periodo precedente, +14,71%); rapine, che crescono straordinariamente (317 a fronte delle 229 dell’anno precedente, + 38, 42%) e delitti in materia di stupefacenti (da 101 a 131 procedimenti, +29, 7%).Però, per la Procura generale di Bologna, pur riconoscendo che «in tutta la regione si è assistito ad un aumento di segnalazioni di notizie di reato a carico di minorenni riuniti in aggregazioni spesso numerose», non si può parlare di “baby gang”, nel senso che manca il fattore dell’organizzazione e della continuità. «I fatti accaduti nel periodo esaminato – fanno notare il procuratore generale Paolo Fortuna e l’avvocato generale Ciro Cascone – non sembra autorizzino la conclusione che siano presenti sul territorio vere e proprie bande giovanili, costantemente dedite al crimine: si tratta, per lo più di gruppi estemporanei per i quali mancano gli aspetti del legame stabile con un territorio, di leader, dell’organizzazione e della programmazione delittuosa». I numeri della criminalità minorile non sono certo arginati da quella che è la situazione dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati in Emilia-Romagna, che Fortuna e Cascone definiscono «ormai più che drammatica». I ragazzi sono in molti casi lasciati a se stessi e «il loro numero, che è esorbitante e in crescita inarrestabile ha messo in ginocchio il sistema regionale di accoglienza e ha reso quasi impossibile il puntuale controllo delle loro condizioni di vita e la tempestiva attivazione delle procedure di tutela, regolarizzazione e integrazione». Un altro dato importante emerso dall’inaugurazione dell’Anno giudiziario è l’aumento in Emilia-Romagna dei reati legati alla violenza di genere. Nel 2023 sono stati 6.861, il 3, 25% in più rispetto all’anno precedente. Infine, c’è una vera e propria esplosione di reati informatici e truffe online, anche a danno di persone non proprio sprovvedute, come ha sottolineato l’avvocato generale di Bologna, Ciro Cascone: «Le iscrizioni per reati informatici sono cresciute, nell’ultimo anno giudiziario, del 34%, le frodi del 7, 47% e l’acceso abusivo ai sistemi informatici addirittura del 121%, in tutto il distretto». Alla cerimonia di inaugurazione, in Aula Bachelet, ha preso parte anche il presidente della Corte costituzionale Augusto Barbera.