Gazzetta di Reggio

Ambiente

Comacchio, nasce la comunità delle paludi: piano per salvare le ninfee

Stefania Andreotti
Comacchio, nasce la comunità delle paludi: piano per salvare le ninfee

Il Parco del Delta del Po ha fatto partire il progetto Life Fresh. Cinque anni per tutelare la flora e la fauna della zone palustri di pianura

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Comacchio Forse non tutti sanno cos’è l’habitat 3150, ma certamente tutti conoscono le ninfee. Il progetto Life Fresh, avviato a inizio settembre e presentato ieri con una conferenza stampa alla Manifattura dei Marinati di Comacchio, ha proprio come obiettivo la conservazione delle zone umide ferraresi, dove vivono specie di flora e fauna attualmente a rischio. Oltre alla ninfea, altre piante galleggianti, anfibi come il raro pelobate fosco, ma anche anguilla, tinca e luccio, la cui popolazione è in diminuzione. Un progetto per la tutela della natura e della sua bellezza, composto da 33 azioni per migliorare le caratteristiche degli ecosistemi palustri d’acqua dolce della porzione meridionale del Delta Del Po, attraverso il ripristino dell’habitat maggiormente caratterizzante queste paludi, il 3150 appunto, fatto di laghi eutrofici naturali con una particolare vegetazione, e di altri habitat ecologicamente e fisicamente vicini come il 3170, fatto di stagni, e il 7210, fatto di paludi calcaree, garantendone la conservazione nel tempo.
Se così può risultare di difficile comprensione, il racconto fatto dal direttore del Parco del Delta Massimiliano Costa, può chiarire di cosa si tratta. «Ieri assieme a Lisa Brancaleoni, professoressa di botanica di Unife, Graziano Rossi, docente di botanica dell’Università di Pavia, e Renato Gerdol, botanico e decano di Unife, siamo andati a piantare la marsilea quadrifolia: vedere i maggiori esperti italiani in materia, con vanga e tronchese, ha dato l’idea della concretezza delle azioni previste e del coinvolgimento appassionato di tutti i partner».
Il coordinamento del progetto è affidato al Parco del Delta del Po Emilia Romagna, che sarà accompagnato dal Comune di Ravenna per gli habitat caratterizzanti Punte Alberete, Valle Mandriole e Bardello, e dal Consorzio di Bonifica Renana e dal Comune di Argenta per gli interventi sulle Valli di Argenta, con il coordinamento scientifico dell’Università di Ferrara, dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Prevenzione. Con una giusta punta di orgoglio, gli autori del progetto Life Fresh fanno notare come sia stato scelto per il finanziamento europeo Life, Natura e Biodiversità, assieme a soli altri 29 in tutta Europa. Segno della bontà della proposta, ma anche dell’importanza a livello internazionale del nostro ecosistema. Avrà durata quinquennale, per concludersi ad agosto 2030, con un piano di intervento complessivo di 5. 3 milioni di euro, di cui 3. 2 milioni a carico dell’Ue e il restante finanziato dagli enti partner, sotto forma di ore lavoro dei professionisti impiegati.
«Non solo azioni concrete di riqualificazione ambientale – ci tengono a precisare i progettisti – ma anche azioni culturali immateriali per la costruzione di una “comunità delle paludi”, con l’obiettivo di coinvolgere la cittadinanza nella conservazione delle stesse grazie al rafforzamento del senso di identità, e un’analisi e revisione dei correnti sistemi di gestione dei siti per far sì che questo prezioso investimento in natura possa conservarsi».
Al centro del progetto un innovativo metodo olistico di conservazione che proporrà la reintroduzione di tutti gli elementi degli habitat target e azioni di ripristino seriale vicino agli ingressi delle acque in palude: habitat più adattabili, che diventano via via più esigenti in fatto di qualità delle acque, per fare sì che il progressivo miglioramento apportato dalla vegetazione stessa all’interno della zona umida renda possibile l’insediamento e il mantenimento di associazioni ancora più fragili.