Il covo della banda dei trattori era in un appartamento a Castelvetro
I quattro ladri albanesi arrestati dai carabinieri vivevano in via Montefiorino a Ca’ di Sola. Hanno rubato 45 mezzi tra trattori agricoli e auto, per una refurtiva superiore a 2,5 milioni di euro
CASTELVETRO. Tre componenti della banda dei trattori finita in manette nei giorni scorsi vivevano fino a pochi giorni fa a Ca’ di Sola, frazione di Castelvetro. Precisamente in uno degli appartamenti in via Montefiorino 16, in una palazzina in un contesto residenziale. Una sorta di “covo”, luogo in cui venivano studiati i colpi e progettati al minimo dettaglio gli spostamenti.
L’organizzazione della banda
Un’architettura criminale sofisticata: prima i sopralluoghi nelle aziende agricole durante il giorno; poi il colpo messo a segno la notte, in cui venivano asportati uno o più trattori, per poi essere nascosti poco distanti, controllati eventuali localizzatori; il più anziano del gruppo, un 58enne, si occupava del trasporto del carico rubato a bordo di un tir via terra, attraversando la Slovenia, la Croazia, la Bosnia Erzegovina, il Montenegro e fino all’Albania. Mentre gli altri tre, di 46, 44 e 21, tutti albanesi, facevano ritorno nell’appartamento di Ca’ di Sola, pronti per elaborare il prossimo colpo. Come noto, ora si trovano al carcere di Sant’Anna con l’accusa di associazione a delinquere, furti, ricettazione e autoriciclaggio di autovetture rubate.
Il racconto dei vicini
Nella palazzina abitano diverse famiglie. I vicini di casa appaiono attoniti: «Io in questi mesi ho visto spesso un viavai di furgoni – racconta Maurizio Trenti -, ma non so se siano collegati con la banda dei trattori. Credevo che fossero collegati a degli operai di una ditta di traslochi. È chiaro che non è affatto rassicurante sapere di avere abitato fino pochi giorni fa accanto a questa banda». Emilio Monzani abita in via Montefiorino a pochi numeri civici di distanza dal 16: «Non ho mai visto persone particolari, anche se alcune settimane fa ho notato che in un piazzale poco distante tre persone stavano asportando il motore da un’auto – racconta – ma ovviamente non so se fossero loro. Comunque non mi stupisce che potessero abitare in quella palazzina». Cristina invece non ha visto «assolutamente nulla. Però ho sentito parlare della banda dei trattori, è davvero inquietante».
I colpi
I furti messi a segno dalla banda sono quasi una cinquantina. Negli scorsi cinque mesi hanno colpito in tutta la provincia di Modena, dalla Bassa all’Appennino e anche fuori provincia, tra Bologna, Parma, Reggio Emilia e Forlì - Cesena. 28 i trattori agricoli rubati, 22 dei quali sono stati recuperati dalla polizia giudiziaria e restituiti ai proprietari. A questi si aggiungono 17 auto (14 delle quali restituite), per una refurtiva recuperata pari a 2,5 milioni di euro. Le indagini sono state coordinate dalla Procura di Modena e condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Modena. I furti venivano attuati da tre componenti che individuavano gli obiettivi da colpire e utilizzavano auto rubate per asportare i trattori, che venivano poi abilmente nascosti in aree di campagna, difficilmente raggiungibili, per verificare che sui mezzi non fossero installati dei sistemi di localizzazione satellitare. Poi, i trattori venivano portati in Albania. L’attività investigativa ha preso il via dopo il furto diben 4 trattori dal valore totale di 250mila euro registrato lo scorso 24 luglio a San Prospero e non ancora trovati.
