Salvatore Pappalardo, la scia di sangue sulla collinetta degli incontri gay
Un omicidio senza colpevoli e la stigmatizzazione degli omosessuali, minacciati e aggrediti per anni nei giardini di monte Caprino a Roma. È il 23 aprile 1982 e alla centrale operativa arrivò la segnalazione di un uomo con la testa spaccata sulla scalinata che dal Teatro porta al Campidoglio. Si chiamava Salvatore Pappalardo, aveva 36 anni, un operaio siciliano emigrato a Torino diretto a Orvieto. Un uomo dichiaratamente omosessuale trovato morto in un noto ritrovo gay. Le indagini non portarono a nulla, l’unico che disse qualcosa, senza però dare informazioni decisive, fu una guardia giurata. Una storia di ultraviolenza all’Arancia Meccanica, dove le vittime invece che i persecutori finivano nel mirino dell’opinione pubblica.