Poste, riuscito lo sciopero dei sindacati
Si è concluso con il presidio davanti alla sede territoriale del Governo la protesta di Cgil e Uil per denunciare le sempre più difficili condizioni di lavoro dei dipendenti del comparto
REGGIO EMILIA.E' culminato con il presidio dei sindacati davanti alla sede della Prefettura lo sciopero dei lavoratori delle Poste. Lo sciopero ha coinvolto sul territorio i due settori in cui si divide l'attività di Poste Italiane, “servizipostali” con 13 centri di recapito e 470 dipendenti e “mercato privato” con 95 uffici e 400 addetti.
E' stata alta l'adesione allo sciopero proclamato per oggi dalla Slc Cgil e dalla Uilposte in Poste Italiane. La mobilitazione odierna ha determinato la chiusura di 28 uffici postali, ha registrato un'apertura a regime ridotto per oltre 20 uffici, essendo Poste un azienda che applica la normativa sui servizi minimi essenziali. Il 20% delle zone di recapito (circa 350 in totale) sono rimaste senza consegnare la posta.
Una delegazione sindacale composta da Mirco Pellati (Segretario Slc Cgil Reggio Emilia), Giuseppe Favozzi ( Segretario Uilposte Reggio Emilia), Ciro Silimbri (RSU Cgil), Lucia Paparella (RSU Cgil), Maurizio Fontanesi (RSU Cgil), Giuseppe Branca (RSU Uil) è stata ricevuta in data odierna dal Prefetto per metterlo al corrente della grave situazione che potrebbe verificarsi con l'attuazione del piano di riorganizzazione di Poste in una realtà dove già si riscontrano problemi agli sportelli che riguardano la cittadinanza e che sempre più spesso sfociano si in problemi di ordine pubblico all'interno degli uffici postali.
Lungo il chaier de doleances dei sindacati: si va dalla carenza cronica di organico e ricorso continuo ai
distacchi per coprire le carenze strutturali non permettendo il rispetto degli accordi aziendali sulle ferie, al
mancato riconoscimento delle indennità contrattuali previste per gli uffici mono operatori
I sindacati denunciano anche "condizioni di forte disagio per i direttori di uffici postali che spesso vengono
lasciati soli ad operare negli uffici, frequente mancanza possibilità di applicare le procedure del manuale della
sicurezza negli uffici postali, pressioni inadeguate sulla conformità e sullo smaltimento delle code, con
inaccettabili risvolti disciplinari.
Eppoi ancora "Pressioni commerciali, che non rispettano il protocollo nazionale sottoscritto,
attraverso premi individuali, strumenti ed attrezzature di lavoro obsoleti, blocchi delle procedure informatiche
che spesso non permettono il rispetto dell'orario di lavoro".
Mentre per quanto riguarda “servizi postali” cioè il settore recapito i principali problemi sono "il continuo
utilizzo di personale a tempo determinato nei centri di recapito, in lavorazioni ed orari non previsti dagli
accordi sindacali, il mancato utilizzo del personale part time che ha dato disponibilità a lavorare con clausola
elastica".
I sindacati denunciano inoltre una "eccessiva flessibilità operativa e lavoro straordinario usati oltre le
casistiche contrattuali, con forti pressioni e ricatti da parte di diversi responsabili, nonché mancanze
organizzative che mettono in forte disagio operativo i portalettere".
Nel mirino dei sindacati "i mezzi di trasporto per il recapito mal funzionanti, con manutenzione carente e non sufficienti a coprire tutte le zone del recapito". Nel frattempo che Slc Cgil e Uil Poste hanno reiterato per un successivo mese, dal 22 aprile al 22 maggio, il blocco degli straordinari e delle flessibilità.