Gazzetta di Reggio

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Il mondo inquieto di Giorgia raccontato dai suoi disegni

Il mondo inquieto di Giorgia raccontato dai suoi disegni

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La matita precisa ciglia geometriche, triangolari, come persiane aperte dello sguardo. Uno dopo l'altro i disegni di Giorgia Ballabeni, 16 anni, studentessa autistica che frequenta l'istituto d'arte Chierici, raccontano un mondo troppo difficile da spiegare a parole. Lo raccontano con tale capacità artistica e comunicativa, da meritare di essere esposte per un nei Chiostri di San Domenico nell'ambito della mostra allestita da Dino Menozzi.

La forma dei visi riempie gli spazi, facce mattonate si sporgono dal foglio, frammentate e inquiete. Ritratti attenti, sovrastati da tratti estranei e impulsivi che gli conferiscono la familiarità dell'amico, dell'immaginato, dell'emozione interiorizzata ed espressa. «Vogliamo promuovere il fatto che la scuola non deve limitarsi a replicare e trasmettere lo scibile riconosciuto _ sottolinea Maria Grazia Diana, dirigente scolastico del Chierici _ ma ad esso deve combinare iniziative innovative che conducano verso una nuova sensibilità». Quella di Giorgia, grandi occhi azzurri e capelli biondocenere, silenziosa e sorridente mentre attorno risuonano i commenti degli adulti impressionati dai suoi disegni, è una sensibilità segreta, taciuta nelle forme della socialità comune e fattasi linguaggio nell'immagine e nei colori. «Fin da bambina Giorgia ricopiava oggetti e stimoli _ racconta il padre, Gianni Ballabeni _ il suo è stato un percorso accompagnato ma evolutosi naturalmente che esprime la sua capacità di cogliere ciò che c'è fuori di lei». Se tra i tratti tipici dell'autismo vi è un'eccezionale capacità di memoria, spesso settoriale, e la possibilità dell'emergere di genialità artistiche, musicali o matematiche, come fu per Kandinsky e Van Gogh, Beethoven e Einstein, si è studiato che mediamente solo 1 su 10 possiede talenti straordinari. Per Derold Treffert, autorevole studioso americano delle sindromi autistiche, «il talento artistico di gran parte degli autistici, che non deriva dall'istruzione o dalla pratica, è come se fosse lì da sempre, perfettamente compiuto e in attesa di accedere agli strumenti per esprimersi». E come dice Bruce Miller «il disordine mentale cancella le inibizioni dei lobi temporali sinistri, consentendo alle abilità sepolte nell'emisfero destro di emergere».
Maria Scardamaglia