Gazzetta di Reggio

Reggio

Uccise la moglie, penaridotta a 14 anni e 8 mesi

Uccise la moglie, penaridotta a 14 anni e 8 mesi

14 febbraio 2008
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QUATTRO CASTELLA. E’ stata ridotta a 14 anni e otto mesi di reclusione - che diventeranno 11 e otto mesi grazie all’indulto - la pena inflitta al 37enne Biagio Cazzetta che la notte tra il 30 e il 31 agosto 2005 narcotizzò e uccise la moglie Angela De Biasi di 33 anni. In primo grado, il camionista di Salvarano era stato condannato a 16 anni e ieri è arrivata la sentenza della Corte d’appello bolognese che ridimensiona ulteriormente quella condanna giudicata già troppo mite dalla procura reggiana. Un anno fa, il pm inquirente Isabella Chiesi aveva infatti chiesto una pena di trent’anni.
Il giudice di primo grado non riconobbe però l’aggravante della premeditazione e questo giustificò i 16 anni della sentenza. In appello è caduta anche un’altra delle aggravanti contestate all’imputato: quella dell’utilizzo di mezzi insidiosi, nello specifico il sonnifero che il 37enne confessò di avere sciolto nel gelato che offrì alla moglie la sera del delitto. Stordita da quella sostanza, acquistata dal camionista durante la mattinata, la giovane bidella non riuscì a reagire quando il marito le premette sul volto un cuscino e la strangolò. L’aggravante è caduta grazie all’accordo avvenuto tra l’avvocato difensore Piero Fornaciari e il pubblico ministero bolognese Alberto Candi. Accordo recepito dalla Corte d’appello e che ha riguardato anche la prevalenza delle attenuanti generiche - Biagio Cazzetta era incensurato e si era costituito ai carabinieri confessando il delitto - sull’aggravante costituita dall’uxoricidio.
Sgretolato parte dell’impianto accusatorio costruito dalla procura di Reggio, la Corte bolognese ha quindi ridotto la pena di un anno e quattro mesi. Biagio Cazzetta ha accolto la sentenza in silenzio. Presente come in tutte le altri fasi processuali che l’hanno visto imputato, il camionista non ha alzato lo sguardo da terra per tutta la durata dell’udienza, evitando poi ogni commento anche con il proprio legale.
Se n’è andato sconvolto e amareggiato dal tribunale di Bologna, Francesco De Biasi, il padre di Angela.
«Il dolore è infinito - ha sottolineato l’avvocato Giovanni Tarquini, tramite il quale i genitori della vittima si sono costituiti parte civile nel processo - e sapere che la pena, già giudicata iniqua per quanto commesso, sia stata ulteriormente ridotta lo ha ferito ancora di più».
Ha preferito non assistere all’udienza la mamma di Angela, Maria Curione. Ai genitori della 33enne il tribunale di primo grado ha riconosciuto un risarcimento di un milione di euro.