Il fuoco distrugge due mezzi in un cantiere
Danni per almeno cinquantamila euro I titolari negano di avere subìto minacce
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SCANDIANO. Ancora fiamme dolose in un cantiere edile, questa volta in via Rossi a Fellegara, e ancora l’ombra del racket nel settore. L’ultima volta era successo a Brescello tra il 19 e il 20 aprile: allora ben 250mila euro di danni. A bruciare questa volta due mezzi pesanti, un camion Fiat 135 con braccio meccanico sul cassone e un escavatore, per un danno che si aggira intorno ai 50mila euro, ma la cui esatta stima è ancora in corso di quantificazione. Sul posto è stata trovata una tanica con tracce di liquido infiammabile. Camion ed escavatore si trovavano parcheggiati in punti diversi dell’area cantierizzata e sono bruciati contemporaneamente. L’allarme è scattato intorno alle 23,30: in via Rossi vigili del fuoco e carabinieri.
Nel cantiere operano l’impresa edile Macario Enzo e l’immobiliare Mt di Montecchio, a cui sono intestati i due mezzi. I titolari però assicurano di non avere mai ricevuto minacce o tentativi di estorsione.
Tuttavia la dinamica dell’incendio e il contesto in cui esso è avvenuto fanno pensare a un’intimidazione di preciso carattere malavitoso.
Le indagini degli uomini del comandante della tenenza locale, il maresciallo Nicola Palladino, non escludono alcuna ipotesi. Tra esse appunto la ritorsione per un qualche «sgarro» o un mancato pagamento, legato al racket che sempre più, anche nel nostro territorio, tiene sotto scacco una buona fetta delle attività del settore.
I vigili del fuoco sono intervenuti con una squadra, più una in appoggio - in tutto otto uomini - dal comando di Reggio. Le operazioni di spegnimento sono proseguite fino all’una. Al termine vicino a uno dei due mezzi è stata trovata la tanica, subito consegnata ai carabinieri.
La cabina del camion ne è uscita completamente distrutta, gravemente danneggiato anche l’escavatore. I militari dell’Arma hanno raccolto alcune testimonianze e ascoltate i titolari. Sull’episodio è stata aperta un’indagine, per ora a carico di ignoti, per danneggiamento a seguito di incendio.
Le indagini dei carabinieri sono coordinate dalla procura di Reggio, che probabilmente, vaglierà anche qualsiasi tipo di collegamento tra questo ultimo incendio e i precedenti, in particolare l’episodio avvenuto a Brescello.
Allora a bruciare sono stati tre camion per il trasporto di inerti, in viale Moro in un’area di sosta denominata ex Arkos, dal nome dell’industria che prima vi operava. I mezzi erano di proprietà della ditta «Le Rose», con sede a Cutro, nel Crotonese, ma da anni molto attiva nel nostro territorio con numerose commesse. Anche in quel caso più che evidente il dolo, con un rogo divampato contemporaneamente in più punti e dagli effetti devastanti. (m.f.)
Nel cantiere operano l’impresa edile Macario Enzo e l’immobiliare Mt di Montecchio, a cui sono intestati i due mezzi. I titolari però assicurano di non avere mai ricevuto minacce o tentativi di estorsione.
Tuttavia la dinamica dell’incendio e il contesto in cui esso è avvenuto fanno pensare a un’intimidazione di preciso carattere malavitoso.
Le indagini degli uomini del comandante della tenenza locale, il maresciallo Nicola Palladino, non escludono alcuna ipotesi. Tra esse appunto la ritorsione per un qualche «sgarro» o un mancato pagamento, legato al racket che sempre più, anche nel nostro territorio, tiene sotto scacco una buona fetta delle attività del settore.
I vigili del fuoco sono intervenuti con una squadra, più una in appoggio - in tutto otto uomini - dal comando di Reggio. Le operazioni di spegnimento sono proseguite fino all’una. Al termine vicino a uno dei due mezzi è stata trovata la tanica, subito consegnata ai carabinieri.
La cabina del camion ne è uscita completamente distrutta, gravemente danneggiato anche l’escavatore. I militari dell’Arma hanno raccolto alcune testimonianze e ascoltate i titolari. Sull’episodio è stata aperta un’indagine, per ora a carico di ignoti, per danneggiamento a seguito di incendio.
Le indagini dei carabinieri sono coordinate dalla procura di Reggio, che probabilmente, vaglierà anche qualsiasi tipo di collegamento tra questo ultimo incendio e i precedenti, in particolare l’episodio avvenuto a Brescello.
Allora a bruciare sono stati tre camion per il trasporto di inerti, in viale Moro in un’area di sosta denominata ex Arkos, dal nome dell’industria che prima vi operava. I mezzi erano di proprietà della ditta «Le Rose», con sede a Cutro, nel Crotonese, ma da anni molto attiva nel nostro territorio con numerose commesse. Anche in quel caso più che evidente il dolo, con un rogo divampato contemporaneamente in più punti e dagli effetti devastanti. (m.f.)