Gazzetta di Reggio

Reggio

Un coro di no contro la centrale nucleare

Una centrale nucleare
Una centrale nucleare

Si torna a parlare dei siti nucleari e il ministro per lo Sviluppo economico non esclude un impianto nella regione più industrializzata. Formigoni si sarebbe detto non contrario. Gli ambientalisti individuano la possibile collocazione lungo il Po.
IL SONDAGGIO

21 ottobre 2010
2 MINUTI DI LETTURA





BORETTO. Sulle rive del Po si torna a parlare di nucleare. Dopo le dichiarazioni del neo ministro per lo Sviluppo Economico Paolo Romani, che ha dichiarato che la Lombardia «sarà una delle regioni dalle quali si comincerà ad esaminare la possibilità di un insediamento» a Viadana è allarme. Lì si trova il sito scelto negli anni Ottanta e contro il quale si mobilitarono i cittadini.


Di ufficiale ancora non c'è niente. Non è stata pubblicata, ad esempio, alcuna lista di possibili siti. L'unica certezza è il decreto-legge del 2008, in seguito converito in legge, quando ancora il ministro dello Sviluppo economico era Claudio Scajola.
Un documento col quale il governo Berlusconi decise di andare nettamente contro il referendum del 1987 con cui, all'indomani del disastro di Chernobyl, gli italiani scelsero invece di dire basta al nucleare.

La sterzata venne supportata subito dopo da accordi con altri Paese (la Francia in primis) e, già due anni fa, fece alzare l'attenzione nella Bassa per il sito di Viadana. Qui, alla metà degli anni Ottanta, la gente scese in piazza per protestare duramente contro il progetto di centrale: ci furono anche degli arresti.
Ma negli ultimi giorni, dopo mesi di silenzio sulla questione da parte dei palazzi romani, sono state le dichiarazioni del neo ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, a far puntare tornare d'attualità la questione nucleare.
Nei giorni scorsi, ospite a Milano per un convegno sull'Europa, la competitività e la crescita, il ministro ha puntato nuovamente il dito verso la Lombardia a proposito dei siti che dovranno ospitare le centrali nucleari di prossima costruzione.

Per la verità, Romani non ha specificato esattamente dove dovrebbero collocarsi. E' stato, in seguito, il presidente dei Verdi per la Costituente ecologista, Angelo Bonelli, a dire qualcosa in più. Ovvero, che l'impianto nucleare lombardo si collocherà, molto probabilmente, «tra le province di Cremona e Mantova lungo l'asta del fiume Po». E così, i riflettori in un attimo si sono spostati su Viadana e il Casalasco. E sempre Bonelli, in un intervista alla Gazzetta di Mantova, rincara la dose: «L'Enel punta sul Viadanese per costruire la propria centrale nucleare. Tant'è che fra ottobre e novembre 2009 ha eseguito dei sopralluoghi».
La reazione delle istituzioni mantovane è stata immediata: una pioggia di no. E i comitati sono già pronti a scendere in piazza. Decisamente più possibilista, invece, l'associazione mantovana industriali.
A casa nostra, dall'altra parte del Grande Fiume, la gente guarda con preoccupazione verso Viadana. La battaglia degli anni Ottanta per dire no all'impianto è ancora nel cuore di molti.