E contro il Fisco arriva il sit-in
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In alto, lAgenzia delle entrate. A destra, lassemblea di ieri allAier Picchetto davanti all'Agenzia delle entrate
05 novembre 2010
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Un presidio dei costruttori davanti all'ufficio delle entrate. E' quello calendarizzato per lunedì 15 novembre a partire dalle ore 10 in via Borsellino a Reggio. La protesta monta perché il fisco bussa alle porte delle imprese di costruzione reggiane visto che nel triennio 2005-2007 l'ammontare dei rogiti stipulati davanti a un notaio sono risultati inferiori ai mutui stipulati. Ma all'Aier la cosa non va giù. E si mobilita. O almeno, annuncia di voler farlo. In soldoni: la casa costa 100, ma il mutuo erogato è di 120. Con questa prassi nel triennio 2005-2007 sono stati erogati ai privati migliaia di mutui per le compravendite immobiliari. Ma oggi il fisco bussa alle porte delle imprese edili per chiedere in quali tasche è finita la differenza tra i due valori. Non solo. Se le imprese di costruzioni non riusciranno a giustificare di non avere intascato somme a nero, le indagini dell'agenzia delle entrate si estenderanno ai conti correnti dei familiari degli imprenditori, dei figli, delle mogli e dei genitori. L'Aier allora si mobilita organizzando un presidio davanti all'Agenzia. «Siamo pronti a manifestare per difendere le nostre imprese, accusate di una prassi consolidata da tempo, - spiega Alessandro Palermo, direttore dell'Aier -. Prima della crisi le banche erogavano mutui per importi superiori ai rogiti e le persone compravano anche l'arredamento, l'auto, pagavano le spese notarili. Alla base dell'erogazione c'erano i nostri contratti preliminari e le perizie effettuate dai tecnici inviati dalle banche. Noi chiediamo che l'Agenzia delle entrate scavi nei conti correnti degli acquirenti per scoprire dove sono finiti quelle somme. Cosa c'entrano i nostri figli o le nostre famiglie, soggette ora ad accertamenti bancari perché nostri parenti? E' possibile che dobbiamo essere sempre il capro espiatorio di ogni malefatta? Le nostre imprese sono giá al limite, stremate dagli effetti della crisi. Basta con le condanne facili di un sistema che oggi ha sul groppone un invenduto di 7mila appartamenti perché si è fatto costruire a chiunque, perdendo il controllo della situazione. Così non si porterá avanti una presunta guerra all'evasione fiscale, ma si causerá la chiusura di molte imprese edili».