Stadio Giglio, asta-bis all’inizio del 2012 si parte da 4,5 milioni
Dopo la prima vendita-flop, nessuno s’è fatto avanti Crac Reggiana: chiesti danni milionari, Foglia è un mistero
di Tiziano Soresina
I fallimenti della vecchia Reggiana e della Mirabello 2000 (proprietaria dello stadio Giglio) continuano a tenere in apprensione i non pochi creditori, anche perché le vie giudiziarie battute sembrano ancora lontane da una soluzione.
STADIO GIGLIO. Sull’impianto calcistico sembra calato un vero e proprio disinteresse: la prima asta (nel marzo 2010) era andata deserta e da allora non è giunta – nè al curatore fallimentare Adolfo Barbieri, nè al giudice fallimentare Luciano Varotti – alcuna offerta, nonostante il ribasso di un quarto dello stadio (conseguenza della prima vendita in tribunale, partita da 6 milioni di euro come dettava la perizia, rivelatasi un flop) che ora ha come prezzo base “scontato” 4.5 milioni di euro nell’ottica di una seconda vendita all’asta.
Quest’ultimo ulteriore “passaggio” potrebbe concretizzarsi nella prossima primavera, come conferma il curatore fallimentare Barbieri : «In assenza di offerte – dice il professionista bolognese – sarà valutata la possibilità di una seconda asta nei primi mesi dell’anno prossimo”. L’obiettivo è non tenere troppo “in naftalina” un bene particolare come lo stadio e mantenere viva l’attenzione per una struttura utilizzabile non solo per le manifestazioni sportive.
Perciò , al momento, non cambia nulla per i creditori, cioè due colossi cooperativi (Unieco e Orion) ed alcune banche. Le uniche dichiarazioni sullo stadio sono ascrivibili all’assessore allo sport Mauro Del Bue (quasi un anno fa dichiarò alla Gazzetta: «La Reggiana ha capito che deve far parte della proprietà dello stadio. Assieme alle cooperative e alle banche vogliono fare un tavolo per dare vita a una proposta concreta da presentare al curatore fallimentare») e in tempi recenti a Giuseppe Iaquinta (padre dell’attaccante juventino Vincenzo) che su un quotidiano reggiano ha parlato, in rappresentanza di tre imprenditori del nord Italia, di contatti con l’attuale dirigenza granata facendo discorsi ampi che «riguarderebbero anche l’acquisto dello stadio Giglio».
Ma, in concreto, nessun contatto con il curatore o il tribunale.
VECCHIA REGGIANA. Sul crollo della vecchia Reggiana sotto una montagna di debiti i fari giudiziari (e l’interesse degli innumerevoli creditori) sono ora tutti puntati sul processo civile per il risarcimento-danni intentato dal curatore fallimentare Barbieri tramite l’avvocato Piero Fornaciari.
Davanti al giudice Anna Maria Casadonte sta prendendo quota una causa delicatissima: la richiesta del curatore è di 4 milioni e 600mila euro, in solido, a 13 posizioni: gli ex amministratori granata (Ernesto Foglia, Nando De Napoli, Federico Spallanzani e Claudio Zambellli), due ex dirigenti (Pietro Leonardi e Mario Ghiacci) e i sindaci revisori (Alfredo Ferrarini, Franco Tranquilli e Luca Reverberi) con le rispettive assicurazioni professionali (Ugf, Aliante, Fondiaria-Sai, Italiana Assicurazioni). Tutte le parti in causa si sono costituite a giudizio tramite i rispettivi avvocati, ad eccezione di Foglia che ha disertato l’aula e non è stato sinora rappresentato da nessun legale.
Al giudice Casadonte le parti stanno in questa fase depositando le relative memorie, il che permetterà al magistrato di decidere quali prove ammettere (testimonianze, consulenze, acquisizione di documenti).
Sul versante penale, invece, chiuso il troncone principale per bancarotta fraudolenta (assolti tre ex amministratori, mentre l’ex patron Foglia ha patteggiato), rimane aperto il processo ai tre sindaci revisori.
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