Gazzetta di Reggio

Reggio

IL CRAC DELLA SOCIETà DEI FRATELLI RIZZO

Fallimento Ifir, perizia per arrivare alla verità

Fallimento Ifir, perizia per arrivare alla verità

Potrebbe essere disposta a breve una consulenza tecnica sulla documentazione relativa a Ifir Holding, la società dei fratelli Antonio e Salvatore Rizzo, dichiarata fallita nel maggio scorso dal...

09 novembre 2011
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Potrebbe essere disposta a breve una consulenza tecnica sulla documentazione relativa a Ifir Holding, la società dei fratelli Antonio e Salvatore Rizzo, dichiarata fallita nel maggio scorso dal tribunale reggiano.

«Analizzata la relazione del curatore fallimentare (Bruno Bartoli, ndr) - sottolinea il procuratore capo Giorgio Grandinetti - stiamo valutando la nomina di un consulente tecnico che vada a fondo su alcune questioni particolare. Dalla relazione del curatore sono infatti emersi spunti che, assieme alla collega Katia Marino che si sta occupando della vicenda, giudichiamo interessanti e degni di un approfondimento. Da una prima lettura della corposa e dettagliata relazione sono sorti alcuni interrogativi, le cui risposte andremo a cercare nei prossimi giorni».

Mentre in procura si sta andando a fondo su una questione in particolare, il trasferimento di immobili per alcune decine di milioni di euro prima del fallimento, i creditori attendono l’udienza fissata il prossimo mese di marzo davanti al giudice fallimentare Luciano Varotti. Solo dopo quell’udienza si potrà avere un quadro più preciso del gap lasciato dalla società di Salvatore e Antonio Rizzo. Le prime, parziali, stime parlano di circa 50 milioni di debiti.

La Ifir Holding era stata costituita nel febbraio 2005 e aveva per oggetto l’acquisto, la vendita, la permuta, la locazione, la costruzione e ristrutturazione di beni immobili per qualsiasi destinazione e uso, e l’attività di impresa edile in genere, compresa l’assunzione di lavori edili e stradali nei confronti di committenti pubblici e privati.

Proprietaria della Holding dei fratelli Rizzo, il socio unico Fiduciaria Emiliana spa, caratterizzata da un capitale sociale di 120mila euro (a fronte del gigantesco patrimonio immobiliare), aveva come soci nel maggio 2008 alcuni professionisti che agivano su mandato dei veri proprietari.