Gazzetta di Reggio

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Muore nello schianto il giovane adottato: «Era come un figlio»

Muore nello schianto il giovane adottato: «Era come un figlio»

Il bagnolese Lorenzo Ferrari piange Semir Memic (22 anni) che aveva adottato 11 anni fa tramite “Affido per Affido”

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BAGNOLO

«E’ come se mi fosse morto un figlio – racconta Lorenzo Ferrari, professore di educazione fisica ed ex assessore – lo avevo adottato 11 anni fa e da allora anche lui mi trattava come un padre, lui che era stato abbandonato dai suoi genitori e viveva con le zie a Vitinica, sopra Kalesja».

Semir Memic aveva 22 anni ed era uno dei tanti ragazzi di Tuzla, in Bosnia che, grazie all’associazione “Affido per affido” e l’Arci Macondo di Bagnolo, veniva aiutato non solo materialmente per quanto riguarda vestire, mangiare e studiare, ma anche psicologicamente ritrovando, grazie all’affido a distanza, la serenità degli affetti persi in molti casi a causa della guerra e per le conseguenze delle faide etniche e religiose dell’ex Jugoslavia.

Semir è morto in seguito ad un incidente stradale, mentre ere in auto con alcuni amici, giovedì notte, e la notizia è subito arrivata a Bagnolo tramita l’associazione Tuslanska Amica, che gestisce il centro di accoglienza per i ragazzi maggiorenni in attesa di un lavoro.

«Lo consideravo quasi come un figlio e lui si era affezionato a me, dato che purtroppo non aveva avuto una famiglia normale ed era stato cresciuto dal nonno morto due anni fa – racconta il professor Ferrari – Negli ultimi due anni era venuto a Bagnolo come accompagnatore e aveva familiarizzato anche con i miei genitori. Io ero stato a casa su due volte è ho visto come viveva ma anche quanto utile sia il contributoper l’affido (circa 32 euro al mese) per restituire a quei ragazzi una vita normale. E’ una grave perdita, ma spero che nel ricordo di Semir – conclude Ferrari – possa continuare questa azione di solidarietà tramite l’adosione a distanza».