Torna l’ombra del racket

Torna l’ombra del racket

Incendio doloso in un cantiere di Taneto, bruciate 3 villette. Il rogo è stato appiccato verso le 3.30 di domemica mattina in via Manfredi. Sequestrate due taniche di benzina. Il costruttore: «Mai ricevuto minacce»

06 agosto 2012
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SANT’ILARIO

Erano già state tutte vendute sulla carta le tre villette di via Manfredi ai bordi di Taneto, inserite nel comune di Sant’Ilario, dove ieri mattina alle 3.30 del mattino è stato appiccato un incendio. Le fiamme hanno divorato i tetti delle case ancora in costruzione e parte degli interni. Un rogo certamente doloso secondo i primi accertamenti dei vigili del fuoco, intervenuti con due squadre da Sant’Ilario e altre due da Reggio nel cantiere della Coopmoviter, rinomata azienda edile di Sant’Ilario che ha appaltato i lavori a un’impresa di Muro Lucano (Potenza) che fa capo a Salvatore Faggiano, imprenditore della Campania.

Un vero e proprio tentativo criminoso sul quale stanno ora indagando i carabinieri, che hanno sequestrato due taniche contenenti liquido infiammabile che potrebbero confermare il dolo. Le indagini dei carabinieri sono coordinate dalla Procura reggiana, finalizzate ad accertare con chiarezza i fatti per i quali non si esclude nessuna pista. L’ipotesi è danneggiamento seguito da incendio. «Sono esterrefatto, in tanti anni di lavoro non abbiamo mai ricevuto minacce di alcun genere - racconta Marcello Dall’Argine, presidente della Coopmoviter - I lavori erano cominciati a gennaio di quest’anno e le case erano già state vendute sulla carta. Abbiamo già lavorato con la ditta alla quale abbiamo dato l’appalto e non ci sono mai stati problemi. Escludo possibili ritorsioni da parte di fornitori. Tutti i pagamenti delle merci passano sotto i nostri occhi e non ci sono ritardi. Chiediamo sempre le quietanze dei pagamenti alle imprese che lavorano con noi e saldiamo le fatture. L’incendio non ha spiegazioni e l’origine dolosa ci lascia a bocca aperta». Nelle prossime ore Dall’Argine sarà sentito dai carabinieri, che hanno ipotizzato il danneggiamento seguito da danneggiamento.

Non mancano comunque le perplessità da parte anche del direttore dei lavori, Iller Cavatorti. «L’appalto è andato avanti con la massima tranquillità rispettando tempi e consegne, non riesco a capire come sia potuto succedere. È stata una vera sorpresa. Speriamo venga fatta luce». Nelle prossime ore saranno sentiti tutti i titolari delle aziende coinvolte e quanti sono entrati in contatto con il cantiere. Lo stesso Dall’Argine verrà ricevuto dai carabinieri non appena rientrato a Sant’Ilario. «Purtroppo sono fuori - ha detto ieri - nessuno mi ha ancora riferito i dettagli. Quando andrò al comando mi farò mostrare le taniche sequestrate, perché non è detto che non appartengano a noi. In cantiere usiamo dei generatori che vanno a gasolio, peraltro non infiammabile. Se verrà confermata la matrice dolosa sarà una vera sorpresa. Tutti ci conoscono e sanno come lavoriamo. Non abbiamo mai avuto a che fare con episodi del genere né con gente poco raccomandabile».

A dover attendere più tempo del previsto saranno certamente le famiglie che avevano acquistato le tre villette a schiera, i cui tetti sono andati in fumo. Le fiamme non hanno compromesso le strutture, aggredendo solo una porzione delle pareti e alcune parti in legno già montate. La costruzione era arrivata infatti al 50% del suo completamento. L’impresa doveva ancora montare i pavimenti, gli impianti e tutte le rifiniture. «Sinceramente non so più cosa pensare, l’edilizia è ormai è un settore talmente strano - conclude Dall’Argine - è in preda alla confusione e per certi versi non è in salute. Per la nostra azienda parlano però i fatti. Anche con i dipendenti non ci sono mai state rimostranze, per quello che ne so potrebbe trattarsi di un caso isolato. Certo ai danni dovremo pensarci noi, ma la situazione non mi pare così grave. Tutto quello che è andato distrutto potrà venire tranquillamente sostituito senza far slittare troppo in là il termine della consegna».