’Ndrangheta, un arresto a Casalgrande
Il 24enne Luigi Timpani, accusato di appartenere alla cosca Bellocco, è finito in cella insieme ad altri 22 “affiliati”
CASALGRANDE.
E’ arrivata anche nel Reggiano l’indagine delle procure di Milano e Reggio Calabria, che all’alba di sabato hanno arrestato 23 persone in Lombardia e Calabria. Abitava, infatti, proprio a Casalgrande Luigi Timpani 24enne, originario di Rosarno: nel paese del distretto ceramico era già sottoposto ai domiciliari per il reato di rapina. E’ stato arrestato dai carabinieri del comando provinciale, che hanno operato in sinergia coi colleghi di Reggio Calabria, dando esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal tribunale calabrese in accogliemento delle richieste della Dda reggina.
Il giovane, secondo gli investigatori, appartiene alla ’ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca “Bellocco”, operante a Rosarno e in tutta la piana di Gioia Tauro. E il suo nome è finito nella complessa indagine che traccia un collegamento diretto tra Calabria e Lombardia, fino alla Svizzera.
In una storia che vedrebbe protagonisti imprenditori collusi con la ’ndrangheta: al centro l’azienda di call center “Blue Call Srl” che conta mille dipendenti in Italia e un fatturato da oltre 13 milioni di euro.
La sede operativa è a Cernusco sul Naviglio, in provincia di Milano, ma ha centrali operative in tutta Italia.
Tutto sarebbe cominciato con un debito. Il commercialista Emilio Fratto, di Milano, alla fine del 2011 pensa di rientrare da un credito che ha con l’imprenditore Andrea Ruffino, titolare della Blue Call, proponendo l’ingresso in società di nuovi soci. E’ Carlo Antonio Longo, originario di Reggio Calabria ma con residenza in Svizzera, a mettere in contatto gli imprenditori con i Bellocco.
E’ da quel momento che nell’azienda entra la mafia, con un 30% di quote.
L’epilogo arriva due anni dopo, con Ruffino costretto a firmare il passaggio di tutta la società al clan. Per cedere le sue quote a una società preparata ad hoc dalla ’ndrangheta viene massacrato di botte.
Le accuse nei confronti di Timpani e degli altri arrestati sono pesanti: si va dall’associazione di tipo mafioso, alla rapina aggravata in concorso, passando per la detenzione illegale di armi. La banda, oltre che da Timpani, sarebbe stata formata da Bartolo Angelo Ligato, Luigi e Vincenzo Piromalli, Francesco Zungri, Pasqualino Malvaso, dipendenti – sul piano operativo – da Francesco Bellocco.
Quella che ha portato all’arresto di 23 persone è un’inchiesta a “quattro teste”, coordinata dalle Dda di Milano e Reggio Calabria, dalla procura di Palmi e dalla procura federale di Lugano, e ha visto in azione polizia e carabinieri, il Gico e la Finanza di Milano, che hanno sequestrato beni per 10 milioni di euro.