Gazzetta di Reggio

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Rogo distrugge gli uffici di un’azienda

di Miriam Figliuolo
Rogo distrugge gli uffici di un’azienda

Il fuoco divampa nella ditta di costruzioni dell’imprenditore Antonio Blasco: in gennaio gli era stata bruciata l’auto

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BIBBIANO. Danni per migliaia di euro, retalivi agli arredi e un computer andati distrutti, insieme a tutta la documentazione contabile dell’azienda. È il bilancio di un incendio divampato giovedì sera nella porzione di capannone adibita ad ufficio della Costruzioni Anpa di via Sacco e Vanzetti.

L’azienda edile è di proprietà di un giovane imprenditore, il 20enne Antonio Blasco, nato e residente a Reggio, ma di famiglia di origini cutresi. Le cause dell’incendio sono ancora tutte da chiarire. Nessun elemento oggettivo che faccia propendere per il dolo. Ma neppure nulla che possa farlo escludere.

Le indagini, condotte dai carabinieri del nucleo investigativo della Compagnia provinciale, coordinati dal sostituto procuratore Maria Rita Pantani, dovranno ora chiarirlo. Senza escludere alcuna pista.

Il fatto che lo stesso imprenditore a fine gennaio scorso sia stato vittima di un altro episodio analogo rende necessaria la massima attenzione da parte di inquirenti e investigatori.

La notte tra il 27 e 28 gennaio infatti, fu l’auto dello stesso Antonio Blasco, intestata sempre alla sua ditta, a venire incendiata, in via Fratelli Bandiera, quartiere di Pieve Modolena a Reggio, all’altezza del civico 14, dove era stata parcheggiata: il Range Rover andò completamente distrutto.

Un episodio sul quale iniziò a indagare subito la Squadra Mobile di Reggio e che venne anche segnalato alla procura antimafia di Bologna, dove, ad occuparsene, è stato il pm Marco Mescolini (competente sui reati in odore di criminalità organizzata nel Reggiano).

Il padre del 20enne, Gaetano, era già finito nel mirino degli investigatori, venendo però scagionato a processo: il suo nome venne fuori nel 2001 nell’ambito dell’indagine denominata “Scacco Matto” contro due cosche della ’ndrangheta; lo zio del giovane, poi, Salvatore Blasco, nel 2004 cadde vittima nel crotonese di una faida tra le cosche Grande Aracri e Dragone.

IL ROGO. Sono circa le 23.30 di giovedì quando, in via Sacco e Vanzetti, scatta l’allarme per l’incendio. Le fiamme divampano nella porzione di capannone adibita ad uffici.

La segnalazione al 115 arriva quando già il fuoco ha divorato quasi tutto l’arredamento interno e intaccato il pergolato in legno e lamiera all’esterno finendo per essere visibile, nonostante l’oscurità della notte, dalle strade limitrofe e oltre.

Sul posto piombano in pochi minuti mezzi e uomini dei vigili del fuoco da Sant’Ilario e da Reggio. Per loro saranno ore di duro lavoro, ma intorno alle 2.30 potranno dire concluso il loro intervento.

Un lavoro, quello degli uomini del 115, che vale a salvare il resto della struttura. Il capannone dove si trovano gli uffici infatti non subisce danni.

A venire distrutto dal fuoco alla fine risulterà solo l’ambiente che ospitava scrivanie e computer oltre ad armadi in cui erano riposti fascicoli e documentazione della ditta di Blasco, compresa tutta quella relativa alla contabilità.

Un danno che ammonta ad alcune migliaia di euro. La dinamica del rogo comunque agli stessi vigili del fuoco non pare chiara. Sono loro a segnalare l’intervento e a chiedere la presenza dei carabinieri.

I militari dell’Arma arrivano in forze. Al lavoro finiscono per esserci non solo quelli della stazione locale, ma pure gli uomini del nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri di Reggio.

Una volta domato l’incendio comincia la loro minuziosa opera di ricerca. Durante il sopralluogo nulla viene trascurato; faretti vengono accesi tutto attorno per facilitare la visione di ogni dettaglio e vengono scattate fotografie.

L’area interessata dalle fiamme viene circondata dal nastro bicolore e posta sotto sequestro. Ogni elemento riscontrato nel giro di poche ore verrà reso noto al magistrato che dovrà valutare, insieme ai carabinieri, come e se proseguire nelle indagini.

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