Nell’organizzazione l’ombra delle cosche
Ognuno aveva un ruolo preciso nell’azienda fittizia, per gli investigatori anche chi ricomprava sapeva
REGGIO. Secondo gli investigatori sono Enrico Gulloni e Carlo Micò i promotori dell’organizzazione, i quali poi nel maggio 2011 coinvolgono il reggiano, Alfio Rovatti.
Ai 12 indagati – residenti tra Milano, Reggio, Modena e Parma – ora si contestano i reati di uso di atto falso, sostituzione di persona giuridica, truffa aggravata e continuata. Oltre a Gulloni, Micò e Rovatti ci sono Salvatore Mazza Espedito, Vincenzo Scicchitano di Serramazzoni (Modena), Samantha Panerari, Giuseppe Manfreda, Paolo Bonini, Girolamo Rondinelli, Giovanni Faragò, Tommaso Manfreda.
Secondo gli investigatori, ognuno ricopriva un ruolo preciso all’interno di un sodalizio “camuffato” in tutto e per tutto da attività lecita. Giuseppe Manfreda 55enne originario di Cutro, per esempio, era l’intestatario del contratto d’affitto del capannone di via Ruspaggiari. E dove l’organizzazione aveva fissato la sede dell’azienda clonata, con tanto di insegna davanti al portone. Ed era ancora lui l’intestatario di conti correnti sui quali transitano i proventi dell’associazione. Risulta essere intestatario anche di una ditta fittizia utilizzata per l’emissione di false fatture nei confronti degli acquirenti delle merci: quelle che servivano per camuffare come legali transazioni che non lo erano. Samantha Panerari 43 anni aveva il ruolo di segretaria. E in più occasioni si sarebbe spacciata per la reale rappresentante della ditta clonata. Per gli investigatori, assieme ad Alfio Rovatti, effettuava gli ordini delle merci. Paolo Bonini, invece, avrebbe “impersonato” il vero addetto agli acquisti della ditta clonata. Tra gli indagati c’è anche il nipote del boss della ’ndrangheta Nicolino Grande Aracri: è il 35enne Girolamo Rondinelli. Per chi indaga, tra le altre cose, era lui a reperire la manovalanza necessaria.
Ed è lunga la lista degli imprenditori indagati per aver acquistato la merce provento delle truffe. E che secondo gli investigatori sarebbero stati a conoscenza del fatto che tale merce era provento di attività illecita.
Si tratta di Salvatore Muto 44 anni titolare della Inerti Muto Srl, Luigi Sarcone 42 anni amministratore della Sarcia srl, Domenico Scarpino 45 anni socio della La Magnati Trasporti e Depositi, Achille Paterlini della Autotrasporti Baruzzi Sergio, Francesco Lerose 44 anni, Agostino Migale 54 anni, Gennaro Mesoraca 46 anni.
Oggi, per gli indagati colpiti da provvedimento di custodia sono in programma gli interrogatori di garanzia, davanti al gip Giovanni Ghini. (el.pe)