«Macchè usura, erano lavori non pagati»
L’imprenditore Silipo, tramite, il legale replica alle accuse. Oggi sarà interrogato in carcere, alla presenza del pm Pantani
REGGIO
Risponderà, oggi in carcere a Parma, alle domande del gip l’imprenditore edile e dei trasporti Antonio Silipo (43enne d’origine cutrese, titolare a Cadelbosco Sopra delle società Silipo Srl e S.L.F.) che è finito nei guai per usura ed estorsione nei confronti di un’imprenditrice reggiana e di un imprenditore edile parmigiano.
Saranno quindi due le vicende al centro dell’interrogatorio di garanzia (come si desume dalle ordinanze emesse a Reggio dal gip Antonella Pini Bentivoglio e a Parma dal gip Alessandro Conti, alla luce delle risultanze investative delle rispettive procure) e l’avvocato difensore Giovanni Tarquini (affiancato dal collega di studio Luca Mistrorigo) è prudente: «Il contesto in cui si muovono le due indagini – spiega il legale – è quello dell’edilizia e dei trasporti, settori in cui la crisi si sta facendo sentire da tempo. Si tratta di prestazioni lavorative non pagate a Silipo che ha agito in un clima d’esasperazione personale. Naturalmente sono ancora tanti i passaggi da chiarire, a partire dai rapporti fra il mio assistito ed altri soggetti indagati».
E in effetti, sul versante reggiano dell’inchiesta, risultano indagati (hanno ora l’obbligo di firma) anche due imprenditori reggiani – Luigi Cagossi (62 anni) e Omar Costi (40 anni) – che secondo gli inquirenti (il pm Maria Rita Pantani coordina il lavoro investigativo della Guardia di Finanza) si muovevano dentro due società dietro cui vi sarebbe Silipo, ma anche un altro imprenditore e un parente del cutrese (sono indagati a piede libero, avrebbero avuto un ruolo di intermediazione).
Per gli inquirenti, Silipo avrebbe chiesto alla professionista reggiana, a fronte di un prestito di diecimila euro, interessi del 511%. Mentre all’imprenditore edile parmigiano, dopo avergli prestato 27mila euro, avrebbe voluto interessi per 7mila euro. In entrambi i casi, tassi da capogiro. Ora i finanzieri stanno passando al setaccio le cambiali (alcune datate anche 2017) trovate durante il blitz nella casa e nelle aziende di Silipo: si sospetta che siano riconducibili ad altre persone taglieggiate. Sul punto martedì, nella conferenza-stampa, il pm Pantani (che oggi sarà presente all’interrogatorio di garanzia, come del resto ha fatto anche durante la perquisizione a Cadelbosco Sopra) è stato chiaro, lanciando un appello: «L’usura è un reato gravissimo ed odioso, che deve essere stroncato sul nascere, cioè con una immediata denuncia nel momento in cui si subisce una richiesta ad interessi usurai . E’ ovvio che i nomi delle persone che abbiamo trovato in questa documentazione verranno comunque chiamati per essere sentiti».