Gazzetta di Reggio

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Giovane si dà fuoco per guai economici

Giovane si dà fuoco per guai economici

Daniele Lucchini, 34 anni, porta a scuola uno dei due figli poi si cosparge di liquido infiammabile. Lavorava a Reggiolo

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REGGIOLO. Gesto estremo di un 34enne di Gonzaga (Mantova), che si è tolto la vita dandosi fuoco all'interno della sua Fiat Punto. All'origine del suicidio ci sarebbero gravi problemi economici. Il fatto è avvenuto ieri mattina tra le 8.10 e le 8.20 nel piazzale all'ingresso dell'ex stabilimento “Biztiles” di via Albareda, al confine col territorio reggiano. La fabbrica di ceramica è chiusa per cessata attività. Daniele Lucchini, ex impresario edile, residente nella cittadina mantovana abitava con la convivente e due figli di 9 e 5 anni in via Einaudi 8. Era uscito di casa poco prima delle 8 per accompagnare a scuola il figlio più grande, per poi imboccare via Pavesa, da dove avrebbe dovuto raggiungere il proprio posto di lavoro: il deposito “Eismann” di via Marco Polo 8 a Reggiolo.

All'altezza dell'incrocio con via Albareda – per motivi ancora sconosciuti che lo hanno portato alla disperazione – il 34enne ha imboccato la strada che porta all'ingresso della fabbrica dismessa, ha parcheggiato la Fiat Punto verde vicino ad un mucchio di inerti e ad un divano abbandonato per cospargersi di un liquido infiammabile. Poi si è dato fuoco. Pochi istanti dopo, mentre le fiamme gli stavano divorando i vestiti, forse per un attimo di ravvedimento o per il dolore, il giovane, ormai trasformatosi in una torcia umana, è uscito dall'auto nel tentativo di rotolarsi a terra e spegnere il fuoco. Ma era troppo tardi. Daniele Lucchini è morto restando a terra, appoggiato sulla schiena, con le gambe piegate e gli avambracci sollevati verso il cielo. In quella posizione lo hanno trovato i vigili del fuoco di Suzzara e Guastalla, che hanno spento il fuoco che ormai aveva ridotto l’auto in un ammasso di lamiere fumanti. In un primo tempo si era pensato ad un omicidio, ad un regolamento di conti, ma col passare dei minuti l'ipotesi che ha preso piede, a giudizio dei carabinieri, è stata quella del suicidio. Il medico legale, chiamato sul posto, ha effettuato un'ispezione cadaverica che ha escluso ecchimosi, contusioni o ferite da taglio o da arma da fuoco, per cui si è dedotto che, senza segni di violenza, il giovane abbia fatto tutto da solo. Sul luogo della tragedia è intervenuta anche la polizia scientifica, che è subito partita col suo lavoro d'indagine. A far scattare l'allarme sono stati alcuni automobilisti di passaggio, i quali, vedendo, una nuvola di fumo nero provenire dalla zona della fabbrica dismessa, hanno pensato che fosse scoppiato un incendio. La salma di Daniele Lucchini è ora custodita nelle camere mortuarie dell'ospedale Carlo Poma di Mantova, in attesa dell'autopsia. La convivente, che lavora nel salone di acconciatura “Sanà” di via Martiri di Belfiore 1 a Gonzaga, è stata avvisata della tragica fine del compagno dai carabinieri della locale stazione. Il negozio è stato subito chiuso.

Mauro Pinotti