Saccardi nella lista Pd? I circoli si oppongono
Grandi manovre nel Partito democratico a caccia delle ultime sei candidature In bilico il vicepresidente della Provincia, che dalla sua avrebbe l’ok di Costa
I circoli si oppongono. Il segretario provinciale, Andrea Costa, invece, gradirebbe. E Luca Vecchi non porrebbe particolari ostacoli, sebbene molti componenti del suo entourage considerino una scelta del genere in qualche modo non in linea con l’idea di rinnovamento che finora è stata alla base dei nomi finiti in lista. Ventisei le candidature individuate. Su trentadue posti disponibili.
E, tra i ventisei nomi finora in campo, il grande escluso per il momento sembra essere proprio lui: Pierluigi Saccardi, vicepresidente della Provincia, che in vista della chiusura di Palazzo Allende non disdegnerebbe una nuova avventura in consiglio comunale, anche senza rivestire incarichi in giunta. Mercoledì sera, all’Astoria, in occasione dell’assemblea del Pd cittadino che ha ufficializzato le prime 26 candidature, il nome e la “mozione” Saccardi non sono stati neanche nominati. Ma sarebbero stati gli incontri informali di questi giorni quelli nei quali numerosi segretari di circolo, specialmente i più giovani, avrebbero espresso la propria contrarietà per un eventuale dirottamento dell’attuale vicepresidente della Provincia verso la sala del Tricolore. Da parte sua, Saccardi preferisce non commentare il toto-candidatura che si sta alimentando intorno al suo nome, lasciando intendere di voler continuare ad impegnarsi fino all’ultimo nell’incarico nella giunta provinciale. Nè tantomeno vuole che la sua eventuale discesa in campo venga decisa sulla base di argomenti che non siano prettamente politici. Sul piatto del Pd, oltre al salvataggio delle Fiere, Saccardi porterebbe infatti i risultati ottenuti dall’amministrazione provinciale in questi anni, a cominciare dal +4% rispetto alla media regionale nei progetti su collocamento e disabilità, conseguito proprio ieri mattina, del quale si è mostrato particolarmente fiero. E, sebbene abbia rimesso la decisione nelle mani del partito, avrebbe comunque reso più appetibile la propria disponibilità promettendo di intercettare per il Pd dei consensi finora non raggiunti, e di portare in dote qualcosa come 1.500 preferenze. L’equivalente di tre candidati eletti a furor di popolo in Sala Tricolore.
Voti che dai circoli Pd preferirebbero intercettare attraverso altre candidature, rimettendo la palla nelle mani dei due segretari Andrea Costa e Mauro Vicini, ai quali dalla serata di mercoledì è stato dato mandato di individuare i sei nomi mancanti per il completamento definitivo della lista.
@evarspar
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