Gazzetta di Reggio

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Sindacati preoccupati sull’Unione

Sindacati preoccupati sull’Unione

Castelnovo Monti: no alla razionalizzazione dei servizi a scapito della qualità

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CASTELNOVO MONTI. I sindacati reggiani guardano con preoccupazione alla nascita della nuova Unione dei Comuni dell’Appennino Reggiano che comprende tutti i dieci Comuni della montagna, per la posizione dei dipendenti della ex Comunità montana ma anche per il personale dei Comuni coinvolti a seguito della riorganizzazione dei servizi, da proporre in forma associata. Spiegano Marinella Severi della Fp Cgil e Cristian Villani della Cisl Fp: «La nuova organizzazione delle amministrazioni comunali sul territorio montano risponde alla esigenza di razionalizzazione delle risorse con l’obiettivo di mantenere sul comprensorio servizi pubblici di qualità, anche in relazione a quanto disposto dalle Leggi della Regione Emilia Romagna. Ciononostante, proprio in relazione ad una riorganizzazione dei servizi su un territorio fortemente esteso, le preoccupazioni dei lavoratori sono molteplici sia riguardo alla sostenibilità dell’operazione sia riguardo all’efficacia della risposta al cittadino».

Proseguono i due sindacalisti: «Il primo problema riguarda l’adeguatezza delle dotazioni organiche sicuramente in sofferenza, anche in relazione al blocco del turnover imposto dalle ultime leggi di stabilità. In particolar modo questo aspetto tocca il tema della sicurezza per la polizia municipale e dell’assistenza. In secondo luogo, il blocco della contrattazione, sia nazionale che integrativa, impedisce agli Enti di mettere a disposizione gli strumenti necessari per il funzionamento dei servizi sia economici che normativi.

Per questo i dipendenti dei Comuni interessati si sono riuniti in assemblea, indetta da Fp di Cgil e Cisl, ed hanno approvato la piattaforma di un protocollo sul trattamento del personale da sottoporre a tutte le amministrazioni».

«Il documento approvato dall’assemblea – concludono Severi e Villani – parte dal presupposto che i lavoratori siano protagonisti del cambiamento, perchè sono coloro che in prima persona rappresentano l'interfaccia del cittadino, e quindi il loro coinvolgimento nei processi di riorganizzazione sia un passaggio ineludibile». (l.t.)