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L’Appello slitta e Grande Aracri s’infuria

L’Appello slitta e Grande Aracri s’infuria

Sorveglianza speciale: solo fra 3 mesi il ricorso, “congelato” il lavoro che ha trovato fuori Brescello

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L’imprenditore edile 60enne Francesco Grande Aracri rimane “confinato” a Brescello come sorvegliato speciale.

Ieri mattina il fratello del boss Nicolino Grande Aracri sperava di poter ribaltare la decisione sulla misura restrittiva emessa a fine anno dal tribunale di Reggio, invece in Appello a Bologna ha solo “incassato” un rinvio di ben tre mesi per un vizio di notifica relativo alla nomina di un secondo avvocato difensore. Uno slittamento che ha fatto arrabbiare l’imprenditore edile, come mostrano chiaramente le parole del suo legale, cioè l’avvocato modenese Alessandro Sivelli: «Siamo molto contrariati, visto che sapevamo di questo vizio di notifica e l’abbiamo sanato inviando un fax direttamente alla Corte d’appello. Il risultato? Il rinvio ugualmente dell’udienza, con l’impossibilità di trovare una data prima di metà luglio...».

Grandi Aracri e il suo entourage si sentono molto sotto pressione anche per altri motivi, a partire dal fatto che il 60enne ha trovato un lavoro ma fuori da Brescello (farebbe il dipendente in un’impresa edile di un amico cutrese incensurato, ma a circa trenta chilometri dal paese di Peppone e Don Camillo) e sul punto il tribunale di Reggio non si è ancora espresso. Un “limbo” che riguarda anche la richiesta di avere in tempi brevi, dal perito contabile nominato sempre dal tribunale, una perizia provvisoria sulla società “Euro Grande Costruzioni” intestata ai figli di Grande Aracri. La perizia non è stata ancora redatta, anzi il professionista ha chiesto una proroga e sarà presentata il 9 luglio insieme alle altre valutazioni sui beni sequestrati (da 3 milioni di euro), quando sarà discussa – al palazzo di giustizia di Reggio – la confisca o meno dell’ingente patrimonio. Anche questo slittamento peritale non è andato giù alla difesa che ha fatto istanza al tribunale per avere lumi sulla giustificazione di questo ritardo. «E’ una società certamente non complessa, il nostro consulente in 48 ore ha fatto il quadro della situazione. Perché allora – si chiede l’avvocato Sivelli – questa proroga?». Grande Aracri è sottoposto a sorveglianza speciale perché, secondo il tribunale, nonostante la condanna per mafia, non ha mai smesso di fare da “reggente” della cosca e soprattutto non ha mai tralasciato, nemmeno quand’era in carcere, di seguire i propri “affari”. E’ stato anche denunciato per aver utilizzato – a Brescello – terreno demaniale come deposito per i propri attrezzi e macchinari.(t.s.)

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