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Ricattava due anziani portinaio arrestato per estorsione

di Chiara Cabassa
Ricattava due anziani portinaio arrestato per estorsione

Gianni Quadrio, 62 anni, da vent’anni era custode di una palazzina: «Subito 200mila euro o siete morti», ma viene incastrato dalla polizia

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“Consegnateci 200mila euro o farete una brutta fine”. Da vent’anni rappresentava per chi vive in quella palazzina in piazza della Vittoria un punto di riferimento, una sicurezza, un’istituzione. Da giovedì sera Gianni Quadrio, 62 anni, fidato portinaio, si trova rinchiuso in una cella della Pulce, dopo essere stato arrestato in flagranza dalla polizia per tentata estorsione. Ad essere stati pesantemente minacciati, anche di morte, due anziani coniugi che vivono proprio in quella palazzina e gestiscono un’attività commerciale in città.

E’ stata una settimana terribile quella passata dalla coppia, dal momento in cui hanno trovato nella buca delle lettere la missiva minatoria (anonima) fino alla decisione di portare quella inquietante lettera in Questura e denunciare l’accaduto.

Una lettera dai toni aggressivi e violenti, nei quali l’autore, che è poi risultato essere il fidato portinaio di cui sopra, si rivolge alla donna minacciandola di rendere pubblici gli “sporchi affari” che la coppia avrebbe commesso (si parla anche di “scheletri nell’armadio”) se non avesse ricevuto 200.000 euro in contanti. E nella lettera viene indicato precisamente come si dovrà muovere la donna: «Metterai i soldi dentro un sacchetto da spazzatura e poi in una borsa da ginnastica giovedì dieci aprile alle undici del mattino, la darai al tuo portinaio lasciando detto che entro sera passerà uno dei tuoi operai a ritirarla. Al resto pensiamo noi. Il tempo di prendere la borsa fingendoci un vostro dipendente e spariremo per sempre dalla vostra vita senza torcere nemmeno uno dei capelli bianchi a (segue il nome del marito ndr)...». E ancora: «Non ti azzardare nemmeno per un secondo a pensare di non pagare o peggio ancora di volerci fregare magari cercando aiuto nelle tue altolocate amicizie/conoscenze anche nelle forze dell’ordine... Per avere ancora accanto a te nella buona e cattiva sorte (segue il nome del marito ndr) devi collaborare, devi pagare i 200.000 euro e soprattutto non devi fiatare manco con l’aria di tutto ciò».

Ricevuta la denuncia, gli uomini della Squadra Mobile mettono a punto la trappola. Dopo avere fatto stampare 200.000 euro false nei tagli richiesti dal ricattatore (ma la prima banconota della mazzetta è autentica) i soldi vengono messi, da copione, in un borsone nero chiuso con un lucchetto. E giovedì, giorno dell’appuntamento con l’estorsore, la donna porta puntualmente il malloppo al portinaio dicendogli che sarebbe passato a ritirarlo più tardi un suo dipendente. Intanto dieci agenti della polizia, sotto copertura, dalle 10 alle 18 (l’ora in cui ogni giorno la donna torna a casa dal lavoro) non perdono d’occhio l’ingresso della palazzina che viene tenuto monitorato e filmato. Arrivano le 18, la donna rincasa dal lavoro e chiede notizie al portinaio che gli riferisce come, intorno alle 10.30, sia passato a ritirare il borsone un uomo con i baffi in tuta da lavoro. Peccato che, nel via vai continuo di persone registrato durante la giornata, nessun uomo che corrisponda a questa descrizione sia stato avvistato dagli agenti. Agenti che a questo punto entrano nella palazzina, interrogano il portinaio quindi passano a perquisire il suo appartamento. Pochi secondi, il tempo di arrivare in cantina e sbuca il borsone. Ancora pieno di soldi.

Di fronte all’evidenza dei fatti, Gianni Quadrio ammette tutto. Di avere scritto lui quella lettera, di avere parlato di “affari sporchi” e di “scheletri negli armadi” in realtà senza avere alcuna prova, insomma di essersi inventato tutto. Al portinaio, arrestato in flagranza di reato, vengono quindi sequestrati un fucile (che possedeva regolarmente) e il computer usato per scrivere la lettera.

Ma perché questo accanimento nei confronti dei due anziani coniugi che ogni giorno vedeva entrare ed uscire dal portone, che ogni giorno salutava, con i quali chissà quante volte avrà scambiato due chiacchiere? Gianni Quadrio, agli agenti, una spiegazione l’ha data. Problemi economici che negli anni sarebbero diventati drammatici: bollette, tante, ancora da pagare, Equitalia che batte cassa, e i debiti che continuano ad accumularsi. E quella coppia, sicuramente facoltosa, faceva al caso suo.

Ma la polizia, come diceva ieri il capo della squadra mobile Domenico De Iesu, non è convinta che Gianni Quadrio, incensurato e fino all’altro ieri insospettabile, abbia agito solo per motivi economici. Saranno le indagini in corso, coordinate dal sostituto procuratore Giacomo Forte, a fare pienamente luce sull’episodio. Sicuramente inquietante. E anche intrigante... peccato non si tratti di un giallo d’autore.

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