Gazzetta di Reggio

Reggio

Sylve, patente tolta al secondo autista

di Tiziano Soresina
Sylve, patente tolta al secondo autista

Il sequestro deciso dal pm, il difensore: «Faremo ricorso». Il conducente ora indagato dice che non s’è accorto di nulla

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Il provvedimento preso lascia ben intendere che piega abbiano preso le indagini sulla morte – il 13 gennaio scorso – del 14enne Sylvester Agyemang alla fermata del bus di viale Piave: il pm Stefania Pigozzi ha sequestrato la patente del secondo autista, cioè di chi quella tragica mattina era al volante del “jumbo” di Seta della linea 2 partito da Rubiera alle 7 e 10’.

Insomma chi indaga (il pm Pigozzi ora coordina gli accertamenti dei carabinieri, dopo l’estromissione della polizia municipale dagli accertamenti) si è a questo punto convinto che Sylvester fosse rovinosamente caduto da questo “jumbo” e non da quello delle 7 e 01’ finito sotto sequestro con relativa iscrizione nel registro degli indagati dell’autista campano 30enne per omicidio colposo ed omissione di soccorso.

Il nuovo autista finito nel mirino è già stato interrogato e ha detto agli investigatori di non essersi accorto di nulla quel giorno, rimarcando che nessuno, a bordo del “jumbo”, l’ha avvertito che qualcosa di terribile era accaduto.

Ora però, davanti al sequestro della patente, l’avvocato difensore Alessandro Sivelli è partito al contrattacco, facendo ricorso al Riesame (sulla questione s’esprimerà, in tribunale a Reggio, un collegio di tre giudici). La patente era stata “congelata” anche al primo autista finito nei guai (la cui posizione ora è più che mai destinata all’archiviazione) ma da lunedì gli è stata restituita. In questi tre mesi il 30enne era stato reimpiegato, facendolo lavorare nel’officina interna, il che potrebbe accadere anche al secondo autista “piombato” nell’inchiesta. Già sentito anche l’autista indagato per omissione di soccorso: gli si contesta il fatto di non essersi fermato immediatamente a prestare aiuto. Ha sempre spiegato di non averlo fatto perché aveva visto che attorno al ferito si stavano attivando a chiamare gli aiuti. Ma in ogni caso, fu grazie a lui, che allertò l'altro autista, che poi venne subito avvertita la centrale di Seta, che fece rientrare il “jumbo”. Solo che, probabilmente, fu proprio in quegli istanti concitati che si fece l'errore clamoroso nell'identificazione del mezzo su cui è avvenuto l'incidente. Lui ha creduto che fosse quello incrociato subito dopo alla Zucchi. Invece era quello che aveva svoltato in via Makallé.

Un “equivoco” su cui sta indagando il procuratore capo Giorgio Grandinetti che ha aperto un fascicolo parallelo.

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