Il portinaio chiede scusa e va ai domiciliari
Gianni Quadrio, arrestato per estorsione, piange davanti al gip: «L’ho fatto per disperazione»
Ha pianto e ha chiesto scusa. Dicendo di avere sbagliato per disperazione. Non voleva fare del male a quei due anziani, ma si vergognava a far sapere ai suoi figli quanto fosse disperata la sua situazione finanziaria. Così Gianni Quadrio, il portinaio arrestato in flagrante per tentata estorsione nei confronti di due anziani residenti nel palazzo dove lavorava, ieri mattina in tribunale ha ammesso tutto come d’altra parte aveva fatto con gli agenti di polizia che lo avevano arrestato giovedì sera. Ora, su richiesta del suo avvocato Alessio Fornaciari, si trova ai domiciliari a casa della figlia.
Quello di ieri era il giorno della convalida. Ad interrogare Gianni Quadrio, il gip Antonella Pini Bentivoglio.
Fuori dall’aula i figli, un maschio e una femmina, evidentemente scossi. «Per noi - hanno ammesso - è stato un fulmine a ciel sereno. Certo sappiamo che il papà sta attraversando un momento difficile: ha una situazione economica critica e anche la salute gli ha dato non pochi problemi. Un disagio acuito dal fatto che poco tempo fa ha perso la madre, che tra l’altro era disabile. Ma mai ci saremmo aspettati che arrivasse a cercare di estorcere del denaro...».
Tutto questo è stato confermato dal portinaio incalzato dalle domande del gip: oltre ad ammettere tutto ha chiesto più volte scusa agli anziani coniugi ai quali aveva fatto recapitare la lettera minatoria e ricattatoria.
Nella lettera, Quadrio aveva addirittura minacciato di morte una coppia di commercianti che vive nel palazzo di piazza della Vittoria dove da diciassette anni svolgeva, fino al momento dell’arresto, la mansione di portinaio. Se avessero voluto continuare a “vivere tranquilli” (questo il ricatto contenuto nella lettera anonima scritta da Quadrio con il suo computer) la signora (perché è a lei che si rivolge il ricattatore) avrebbe dovuto consegnare la mattina del 10 aprile un borsone contenente 200mila euro al portinaio del suo palazzo dicendogli che sarebbe passato più tardi un suo dipendente a ritirare il tutto. Questo il piano “quasi perfetto” se non fosse che la polizia, in seguito alla denuncia della donna, abbia circondato giovedì scorso il palazzo finendo per scoprire che il ricattatore ero lo stesso portinaio. Arrestato per tentata estorsione, era stato rinchiuso alla Pulce.
Ieri mattina l’avvocato del portinaio, Alessio Fornaciari, ha chiesto per il suo cliente gli arresti domiciliari a casa della figlia. Richiesta accolta dal gip Antonella Pini Bentivoglio.
L’avvocato Fornaciari ha confermato lo stato di prostrazione in cui versa Quadrio: «Si è reso conto di avere sbagliato. Dice di essersi trovato in una situazione disperata e di avere perso la testa... Ma è profondamente dispiaciuto per il male fatto con quella lettera ai due anziani».